Il primo traditore, Willabeth, ma non giudicate dalle apparenze: si faranno vedere certi pirati in erba (sui 10 anni...)

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Volpe1990
view post Posted on 4/1/2008, 13:21




Questa fanfiction è una Willabeth, ma i "grandi pirati" preferisco lasciarli sullo sfondo, lasciando il posto a un nuovo trio, insomma ai pirati giovani.
La storia narra di come il giovane Red Outpost e i suoi amici siano giunti a comandare una nave, ed è ambientata un anno dopo il terzo film.
Mi rincresce dire che Jack ha un figlio, decisamente un pochino troppo grandicello per essere di Elizabeth :90b: (però il "piccolo" Jay Ian darà a Will dell'eunuco, tale padre, tale figlio) :235:


Capitolo 1
Arsenale di Porto Bello

< Yo-ho, yo-ho a pirate’s life for me!!!>
Di sicuro una innocente voce bianca come quella di Simon Humming non avrebbe fatto paura quanto quella di un pirata adulto e pericoloso come Barbossa, ma a tre commare che, per la strada, lo avevano segnato a dito borbottando “suo padre era un pirata”, quella canzone piratesca era terrorizzante quanto una pistola puntata.
A Porto Bello, in Panama, c’erano ben sei orfani di nome inglese, e si pensava che fossero tutti figli di pirati.
Il che era certo per Simon, che era nato e aveva trascorso la metà dei suoi dodici anni sulla nave pirata Itaca, venendo sbattuto a Porto Bello dalle onde quando la nave era affondata, insieme a suo padre, sua madre e ai suoi sogni.
Poteva essere meno certo per i gemelli Chang (Ale e Tommy, otto anni), lasciati lì da una signora inglese (o di Tortuga?) apparentemente di costumi abbastanza facili, che molto probabilmente erano figli di qualche pirata orientale.
Forse era possibile per Jamie Gorriòn, il più piccino con i suoi quattro anni, che stranamente aveva cognome spagnolo.
Era ancora meno probabile per Kaley Welkin, nove anni, l’unica bambina di una combriccola di maschietti, bionda quanto loro erano in gran maggioranza scuri di capelli, bene educata dove gli altri davano in parolacce, canzoni piratesche, sputi e pugni.
Ed era pressoché impossibile per il suo coetaneo Damian Farrier, rosso di capelli, timido come mai nessun pirata era stato, e con una cicatrice, ricordo di un proiettile che per un pelo non lo aveva ucciso durante una battaglia cittadina, intorno alla clavicola sinistra.
Damian, o Damy per gli amici, era appunto il migliore amico di Simon.
Non tutti i cittadini di Porto Bello additavano quei ragazzi come pirati, e in questa minoranza erano compresi Padre Carlos Apegado della vicina cappella dedicata a Francis Drake, le suore del convento che teneva l’orfanotrofio (Simon diceva che era così solo perché erano religiosi) e un benefattore dell’orfanotrofio, Hernando Gaviota, mastro carpentiere dell’arsenale.
Il signor Gaviota avrebbe voluto persino adottarli tutti e sei, ma era riuscito solo a trovare lavoro per i maschi nel suo cantiere navale, prendendoli come apprendisti.
In realtà, l’idea di prenderseli in casa l’aveva avuta, ma l’aveva scartata subito prendendo in considerazione suo figlio, un ragazzone grande e grosso che gli apprendisti chiamavano Trippa, e a ragione, perché lo stomaco era l’unica parte del corpo che Patricio ( così si chiamava) facesse effettivamente lavorare in modo regolare.
Non fosse stato solo per quello, forse… ma Trippa era anche solito minacciare gli apprendisti del padre per rubargli il cibo.
Damian e Jamie avevano già subito parecchie volte le sue minacce, e spesso si erano arresi perché Trippa menava pesante.
Al cantiere, Damian e Simon erano quelli che lavoravano meglio, e presto sarebbero stati promossi mastri carpentieri e aprire un loro cantiere navale o stabilirsi come carpentieri di bordo su una nave ( < Anche una nave pirata, eh?> ci aveva scherzato su il signor Gaviota), Ale e Tommy qualche volta si pestavano le dita col martello, mentre Jamie, che aveva iniziato da molto poco, faceva pasticci con la pece e aveva bisogno di essere costantemente guardato e guidato perfino per ridare una mano di catrame a una scialuppa usata.
Erano appunto di ritorno dall’arsenale quando decisero di passare a salutare padre Apegado, sulla strada per l’orfanotrofio.
Non avevano molti amici: soprattutto all’orfanotrofio tutti li segnavano a dito, gridando “Pirati!”, non appena gli passavano davanti ( e a queste urla, Simon rispondeva con lo stesso tono di voce “E ne sono fiero!!”), e padre Apegado, che era da poco uscito dal seminario, era uno dei pochi amici che avevano.
Stavano per bussare al portone quando si accorsero che era aperto.
< Ragazzi… > disse Ale < Credo che ci siano stati i ladri…>
< Bando alle ciance> disse Simon, autorevole come un capitano < Vai a cercare un adulto!>
Mentre Ale si allontanava con Tommy, Simon prese Damian con sé ed entrò nella chiesa.
< Simon che vuoi fare, non abbiamo armi!> protestò Damian
< Io ho il mio coltello> disse Simon imperturbabile < Me lo potevi dire che non avevi il tuo>
< Io non ho mai avuto un coltello> precisò Damian
La chiesa sembrava fredda e vuota senza la figura paterna del prete, e a Damian stava venendo la pelle d’oca.
Simon non amava molto la religione, un po’ perché era cresciuto come pirata, un po’ perché le suore gli imponevano la messa, ma anche lui voleva bene a Padre Apegado, e anche lui rimase terrorizzato quando lo vide per terra in un lago di sangue.
Ma non tanto da afferrare Damian per la camicia e spingerlo dietro una colonna.
Sopra il corpo esanime del parroco troneggiava un uomo alto, con una spada insanguinata in mano e una luce omicida negli occhi.
Senza far caso a loro, l’uomo si allontanò e uscì.
Simon fece capolino dal suo nascondiglio e si avvicinò al corpo del prete.
Gli chiuse gli occhi e tenne la testa bassa, forse per non far vedere che piangeva.
Si guardò intorno.
< Damian?>
La sua voce risuonava molto strana, non più autorevole e sicura, ma bassa e rotta da qualche singhiozzo.
< Damian, quell’uomo era Francis Drake… è risuscitato dalla tomba…>
******************************************************
Jack Sparrow camminò sul ponte della nave, soppesando ogni suo passo.
La santa barbara era piena. Aveva una ciurma nuova, con il fedele Gibbs ai suoi ordini.
La stiva era piena di rum. Poteva andare meglio? Sì.
Non si sarebbe mai azzardato a dirlo, ma questa vita era troppo facile. Troppo ovvia. Gli mancavano gli inseguimenti con la Compagnia delle Indie, gli mancava il fiato di Davy Jones sul collo, gli mancavano i bisticci con Barbossa, gli ammutinamenti (ebbene sì gente), e soprattutto gli mancavano i suoi amici Will ed Elizabeth.
Che poi, Elizabeth l’aveva vista qualche volta tanto, ma era sempre distaccata.
L’ultima volta stava parlando con una strana donna cicciona di un certo Dominic. Chi fosse poi questo Dominic, non lo sapeva, ma da come ne parlava sembravano prefiggersi guai per Will.
Già si immaginava un loro futuro battibecco… tra nove anni. E pensò a quello che avrebbe dovuto aspettare per quel divertimento di prima classe.
Nemmeno il pensiero della Tetide, la nave che aveva appena comprato, riusciva a farlo star meglio.
Ebbene sì, quando un uomo perde i suoi amici non è più lo stesso.
*****************************************************
Damian e Simon erano seduti su di una scogliera. Poco prima era stato celebrato il funerale di Padre Apegado, rito religioso dal quale Simon non era scappato come suo solito, ma che aveva seguito fino all’ultimo in un raccoglimento così rispettoso che non era da lui.
Adesso Simon stava raccattando pietre e le gettava in acqua facendole rimbalzare (avete presente il trucco? È divertente se lo sapete fare…), mentre Damian lo guardava.
< Damy> iniziò Simon < Senti… questo posto non fa per noi… io ho deciso di andarmene da qui>
< Ciao, se trovi dei genitori fammelo sapere> disse Damian laconico
< Dico sul serio!> disse Simon adirato < Sai che fine fanno i pirati che muoiono in mare?>
< Muoiono? Finiscono in fondo?> tentò Damian
< Spiritoso> lo criticò Simon < Ma davvero non sai nulla sui pirati? Sulla tua famiglia? I pirati che muoiono in mare finiscono sull’Olandese Volante, sotto la potestà del capitano Davy Jones!>
Damian guardò Simon perplesso.
< Stai delirando?> gli chiese < Oggi ti ho visto in chiesa, ora parli di una nave dove va chi muore in mare…>
< Guarda che è vero> disse Simon < Mio padre è morto in mare… quindi sarà lì di sicuro>
< E tu vorresti…?>
< L’Olandese Volante perquisisce i relitti in cerca di moribondi. Mi basterà trovarne uno e troverò Jones!>
< Simon… stai ammattendo lo sai?>
< Addio, Damy>
Senza dire altro, Simon spinse Damian di lato e corse via, verso l’arsenale, a rubare una scialuppa.
Damian aveva perso un altro amico.
******************************************
< Ehi Falcon, si vede niente da lassù?>
Joseph, detto Falcon per la strana piega che aveva assunto il suo naso dopo una battaglia, scese dalla coffa, incontro al timoniere Bill “Bootstrap” Turner.
< Niente di niente. Orizzonte sgombro.> riferì.
< Eppure Villeneuva aveva promesso di mandarci una nave con i rifornimenti di polvere da sparo!> gridò Bootstrap adirato < Se ci capita a tiro dei cannoni…>
< Non potremmo comunque far nulla> disse un uomo ben più giovane che fino a cinque minuti prima stava valutando un considerevole danno arrecato alla santa barbara della nave, in seguito al quale decine di barili di polvere nera erano andati perduti.
< Capitano Turner> disse Falcon preoccupato < che facciamo allora?>
< Dobbiamo fare vela per la Baia dei Relitti> disse emergendo dalla nebbia il capitano Will Turner, dell’Olandese Volante < Manderemo un messo a Teague Sparrow e prenderemo la polvere che ci serve>
< Magari fosse solo la polvere> disse un altro marinaio < Servirebbe un intero cantiere navale… è da giorni che stiamo imbarcando acqua!>
Will Turner imprecò. L’Olandese Volante, essendo una nave stregata, non sarebbe affondata per delle falle, ma sarebbe stata appesantita dall’acqua, e in molti spazi il legno si sarebbe deteriorato.
E nove anni in mare avrebbero peggiorato le cose.



















Capitolo 2
L’allarme fallito

< D’accordo… Kaley, molla l’ormeggio!>
< Cosa, Damian? Io non sono un operaio navale!>
Damian e Kaley avevano aspettato una settimana prima di attuare il loro piano.
Una settimana, perché in quel breve periodo Damian era stato promosso a mastro carpentiere navale, e voleva far credere di partire per trovare lavoro.
Il signor Gaviota, con quella promozione, gli aveva anche fatto un regalo: una sacca con i ferri del mestiere, un pacco di carte con una matita, e un coltello, ben ricordandosi del fatto che Damian girava sempre disarmato.
Ma Damian e Kaley erano in partenza per Tortuga, il porto pirata più vicino, per dare l’allarme ai pirati. Francis Drake risuscitato significava pericolo per loro: era stato il primo traditore della pirateria, e pertanto di sicuro gli “onesti” bucanieri non avrebbero potuto fidarsi di lui.
< Insomma, Kaley, lo hai scordato di nuovo, stacca la corda dal molo!!> disse Damian esasperato < Se Simon non mi avesse assicurato che alcuni pirati si chiamano Welkin, direi che i tuoi non hanno mai messo piede su una barca!>
< Damian, non è che adesso che Simon ti manca fai di tutto per somigliare a lui?>
< Ahh, stai zitta>
< Zitto tu>
< Zitti tutti e due!>
La voce squillante di Jamie risuonò dal cantiere navale, e dopo un momento ne apparve il padrone, con un pennello in mano e i vestiti sporchi di catrame.
A dire il vero, si sarebbe potuto giurare che anche i capelli del ragazzino fossero luridi, ma in pratica non era molto facile, dato che i capelli del ragazzino erano neri come l’inchiostro e perdipiù sempre in disordine.
Era per questo motivo che Jamie veniva perso spesso a sculacciate dalle suore. Semplice, assoluta mancanza di decoro.
< State andando alla Tortuga vi ho sentiti… ma che cos’è la Tortuga?>
< Tortuga è un porto> spiegò Kaley senza peli sulla lingua
< Un porto di pirati?> chiese Jamie < Posso venire con voi?>
< Jamie, devi prima diventare mastro carpentiere!> disse Kaley < Sei ancora piccolino>
< E tu sei una femminuccia, comprendi?> disse Jamie con uno strano tono autoritario < Perché sei con Damy?>
< Perché è il mio fidanzato e quando divento grande lo sposo> si inventò velocemente Kaley
< Ciao> disse Jamie allontanandosi. A quanto pareva era stato chiamato.
Poi si girò.
< Non è giusto ve ne state scappando tutti!>
Poi se ne andò davvero.
Kaley mollò l’ormeggio.
La barca iniziò a prendere il largo.
< Non so se riesco ancora ad avere la coscienza a posto> disse Kaley, parecchie ore dopo
< A un pirata avere la coscienza a posto non serve> disse Damian
< La vuoi smettere, scemo?> disse Kaley, tirandogli uno schiaffo < Cercare di somigliare a Simon non ti farà crescere!>
Damian arrossì vistosamente e cacciò indietro le lacrime.
Devo essere forte se voglio arrivare a Tortuga, si disse.
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Simon non sapeva cosa era successo.
Proprio mentre stava per morire di stanchezza, senza aver trovato nessun relitto, aveva sentito braccia forti prenderlo di peso, e poi un’amaca sotto la schiena.
Aprì gli occhi e si ritrovò davanti un uomo dall’aria bislacca con una benda sull’occhio, che lo guardava strano.
< Giù le mani!> gridò, tentando di scacciarlo, ma si sentiva le braccia pesanti.
< Capitano!> gridò il tipo guercio < Il moccioso ha aperto gli occhi!>
< Moccioso a chi?> chiese Simon adirato riuscendo con uno sforzo immane a mettersi a sedere < Io sono il figlio di Joe Humming, capitano dell’Itaca!>
Tentò di mettersi in piedi, ma le gambe non lo ressero e cadde per terra.
O meglio, sul pavimento di una nave.
< Dove sono?> chiese intontito
< Sei sulla Perla Nera, e io sono il capitan Barbossa> disse una voce molto sopra di lui.
< Pia… cere…> ansimò Simon cercando di stare in una posizione più dignitosa < il mio nome è Simon Humming>
Il guercio afferrò Simon da sotto le ascelle e lo rimise sull’amaca.
< Come mai stavi viaggiando così, senza alcuna meta apparente?> chiese Barbossa
< Cercavo una nave naufragata di fresco> spiegò Simon < Volevo essere arruolato sull’Olandese Volante>
< Perché?>
< Davy Jones ha mio padre. Ne sono certo>
< E io sono certo del contrario> disse Barbossa senza nemmeno guardarlo in faccia < Jones è morto. Da un anno.>
Simon ebbe uno scatto di adrenalina e cercò di alzarsi, senza risultato.
< E allora dov’è mio padre?>
< Sull’Olandese Volante> disse Barbossa < Sotto il comando di Capitan Turner>
< E voi, conoscete il Capitano Turner?>
< Lo conoscevo> disse Barbossa < Quando si faceva ancora chiamare William… fui io a celebrare le sue nozze>
< E che tipo è?>
< Bravo ragazzo> disse Barbossa breve < Veniva da Port Royal… lavorava lì come fabbro…>
< Io vengo da Porto Bello… sono… beh, ero… operaio di cantiere navale> disse Simon, ormai conscio che era il tempo delle presentazioni.
< Sai riparare le navi?>
< Più o meno…>
< Se vuoi, non appena ritorni in forze ti ingaggio come operaio di bordo… ci stai?>
Era quello che Simon sognava da sei anni. Ritornare a fare il pirata.
< Ci STO!>
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< Signora... >
La voce di Marianne, la balia che aveva assoldato tre mesi prima, seguita da un vagito abbastanza familiare, ruppe il silenzio che circondava Elizabeth Turner, regina dei pirati.
< Marianne... che c’è?>
< Si tratta di Dominic... non riesco a farlo dormire...>
Non era un fatto strano che Dominic Turner, tre mesi, si rifiutasse di dormire. Accadeva puntualmente tutte le sere.
Il fatto strano era che Dominic, agli occhi della balia, sembrava strano...
“ Proprio come se fosse una persona solo a metà”, diceva sempre la balia, esasperata da quel bambino difficile.
< Lascia stare, Marianne> disse Elizabeth paziente < Stasera ci penso io>
Elizabeth aveva perso sua madre quando era piccola, e non aveva avuto una grande opportunità di imparare come si fa a badare a un bambino piccolo. Per questo c’era Marianne.
Ma per lei, stavolta, era quasi uno sfogo provare a stare, dopo i suoi impegni alla Baia dei Relitti, un pochino di tempo con suo figlio. Con il figlio di Will.
Proprio come era uno sfogo lo stare a raccontare a lui, che forse non capiva, tutta la storia di un avventura. Già all’inizio della storia Dominic aveva smesso di piangere, e guardava la madre con aria curiosa non appena saltava fuori la parola “papà”. Papà che la mamma aveva incontrato quando erano piccoli, papà che aveva stretto un patto con Jack Sparrow per salvare la mamma, papà che aveva trovato il nonno (altro sguardo curioso) sull’Olandese Volante e lo voleva liberare, papà e nonno che sarebbero tornati tra nove anni, per salutare tutti e poi ripartire.
< Hai capito, Dominic? Il tuo papà c’è... non può venire adesso però... solo quando sarai grande...>
Dominic non aveva sentito. Dormiva.
Elizabeth lo mise nella culla e lo coprì per bene. Una volta tanto, in una vita totalmente anormale, si sentiva normale. Quasi riusciva ad immaginare che tra nove anni sarebbe stato domani, che domani Will sarebbe tornato.
< Signora, si è già addormentato?> chiese Marianne stupita < Come avete fatto? Niente di personale, ma Dominic è sempre stato terribile a quest’ora...>
< Dominic non è terribile, né strano> spiegò Elizabeth < Si è solo accorto che manca qualcosa... anzi qualcuno>
*******************************************************
La sera stava scendendo. Damian e Kaley non si guardavano. Damian dirigeva la nave, aiutandosi con bussola e carte nautiche, mentre Kaley faceva il peso morto.
Damian cercò di attaccare discorso due o tre volte, ma non ce la fece. Kaley rimaneva muta.
< Ehm... Kaley...>
Silenzio.
< Kaley ti prego...>
Silenzio di tomba.
< KALEY ASCOLTA IL MARE SI STA INGROSSANDO!!!>
Da quanto Simon gli aveva detto, la padrona del mare, Calypso, era stata imprigionata anni e anni prima. Adesso sembrava che non solo si fosse liberata, ma fosse anche inferocita come una pantera.
Damian tentò di tenere il timone, ma la barra gli si spezzò tra le mani lasciando la nave ingovernabile.
A meno che...
Damian prese uno dei remi che giacevano sul fondo della barca e lo usò a scopo di timone.
Una violenta mareggiata gli strappò di mano anche quello.
Damian prese la sua sacca in tela trattata con la cera e si alzò in piedi.
< CALYPSO, O CHIUNQUE TU SIA!> strillò mentre la pioggia impazzava sul mare< PUOI FARE QUELLO CHE VUOI ALLA BARCA E A ME MA LASCIA STARE KALEY!!>
Quasi come una pronta risposta, l’albero della barchetta si spezzò e lo colpì su una spalla, causandogli un dolore tremendo e lanciandolo in acqua.
< DAMIAN!> strillò Kaley sporgendosi dalla barca < Non farti prendere dal panico!>
Damian fece per nuotare verso la barca, ma un dolore sordo alla spalla sinistra gli bloccò il braccio.
Cercò di fare un respiro profondo e riprovarci, ma una nuova fitta gli bloccò il respiro, facendolo tossire e sputare.
Capì con orrore che quell’apparentemente irrilevante pezzo di legno gli aveva riaperto la vecchia ferita, e vi si aggrappò con il braccio destro.
Alzò lo sguardo, cercando Kaley e la barca, e rimase ancor più terrorizzato quando vide che il suo obiettivo adesso era praticamente irraggiungibile.
A quel punto il tutto fu più forte di lui e si mise a piangere.
***************************************************
< Capitano, stiamo imbarcando acqua!> avvisò Falcon preoccupato, scordandosi che l’Olandese Volante non poteva affondare.
Will corse sul ponte per cercare di calmare gli animi, ma lui stesso rimase terrorizzato dall’entità di quella tempesta: se Falcon era sull’Olandese solo da sei anni, per lui si era appena concluso solo il primo.
< Sembra che Calypso ce l’abbia a morte con qualcuno... sembra sia infuriata...> disse suo padre dal timone
< Speriamo che non ce l’abbia con noi...> disse Falcon dal parapetto, per poi bloccarsi.
< Capitano... c’è un bambino in acqua!>
Quando era piccolo, Will era scampato a un naufragio proprio a seguito di parole simili a quelle, anche se pronunciate da una voce ben diversa e in una situazione ben diversa, e sentendosi quasi in debito, si buttò subito in acqua, riemergendo con un bambino lentigginoso e pallido in braccio.
In men che non si dicesse, Will e il bambino erano all’asciutto sul ponte dell’Olandese Volante. Il bambino stava sanguinando dalla bocca e da una ferita sulla spalla.
< Presto> disse Will preoccupato < Bisogna fare qualcosa per salvarlo… credo che abbia un polmone perforato!>






















Capitolo 3
La lama innocente

< Joseph Humming> disse una voce glaciale < Te-mi tu la mor-te?>
L’uomo accanto a Simon, il suo papà, rispose di no, guardando fiero negli occhi quella specie di piovra umana.
< Ah no?> chiese Davy Jones mellifluamente < Non pensi a Simon? Dove andrà? Lo lascerai qui, so-lo so-let-to?>
Il suo papà impallidì ed ebbe i sudori freddi.
< Non farai del male a Simon?> chiese, apparendo terrorizzato.
< Troppo pic-co-lo per sta-re qui> disse Davy Jones con il suo solito tono piatto e sillabante.
Lo sguardo diceva una sola parola: morte.
< Non puoi risparmiarlo?> chiese Falcon implorante < Fai quello che vuoi di me, ma lascia stare mio figlio!>
< Tu e tuo fi-glio servi-re-te me!> sbraitò Jones, il suo volto puzzolente e viscido a un centimetro dal naso deformato di Falcon < Lo la-sce-rò a ter-ra finchè non sarà a-dul-to e poi… verrà lui a cer-ca-re te!>
Di sicuro Falcon avrebbe voluto sparare su quella faccia di piovra, prendere Simon in braccio e scappare, ma Davy Jones non poteva morire. Non finchè qualcuno non l’avrebbe sostituito.
< Bootstrap!>
Tra quelle fila di mostri, spuntò fuori un marinaio dall’aria mesta, piuttosto avanti con gli anni, ancora umano nell’aspetto se non fosse stato per una stella di mare che gli si era indissolubilmente attaccata ad una tempia.
< Porta questo moc-cio-so a riva!> ordinò Jones < Tra do-di-ci anni torneremo qui a riprender-lo!>
Il marinaio chiamato Bootstrap prese Simon di peso, nonostante le sue lacrime, e lo issò su una scialuppa, salendoci poi a sua volta.
< Mi dispiace> disse soltanto.
Lo lasciò sulla riva, poi risalì sulla scialuppa e tornò alla nave.
Non appena la scialuppa sparì, una cannonata saettò dritta verso la spiaggia. Verso di lui.

Con un urlo di terrore, Simon si svegliò.
< Brutto sogno! Brutto sogno!> gracchiò il pappagallo di Cotton
< Hai ragione, bello> disse Simon alzandosi sulle gambe malferme < Era solo un incubo>
< Craa!> gli rispose il pappagallo < Torna a letto, mozzo!>
Simon sorrise e gli tirò il suo cuscino addosso. Il pappagallo volò via sull’amaca del suo padrone.
< Di che ti lamenti?> disse Simon ridacchiando < In fondo sono sempre piume quelle che ti troveresti addosso!!> :aaaaaaa:
Decise di farsi un giro. Il capitano doveva essere a tracciare la rotta, e forse c’era qualcuno in giro con cui chiacchierare e dal quale informarsi sulle più recenti notizie piratesche.
Sul ponte, però, non c’era nessuno. Simon si sporse dal parapetto e si specchiò nell’acqua. Quello che gli apparve era un ragazzino dall’aria strafottente, con i capelli neri abbastanza sporchi e gli occhi marroni, che vestiva ancora gli stracci sudici che erano l’uniforme portata all’orfanotrofio.
Notò anche che sembrava un po’ più pallido del solito, e notarlo era facile perché aveva la pelle quasi perennemente abbronzata.
E c’era una cosa che il mare non mostrava.
< Ho perso i miei amici> disse rassegnato al suo riflesso < Sono stato un idiota a scappare via così>
************************************************************
Will portò il ragazzino sotto coperta e lo stese sul pavimento.
< Come pensavo> disse al padre < Questo ragazzo ha preso un brutto colpo sulla spalla… >
< Non si può fare più nulla> disse un marinaio che, da quanto Will sapeva, anni prima era medico su una nave < A meno che…>
< No!> disse Will < Non quello, è troppo piccolo! Non mi permetterei mai di fare cose del genere ad un bambino di quest’età!>
< Ma è l’unico modo per salvarlo!> disse Falcon, appena sceso sotto coperta.
< C’è gente che preferirebbe la morte a quella vita!> disse Will < Non si discute!>
Sfortunatamente, Falcon in un anno aveva imparato che era molto più facile fare leva su di lui che su Davy Jones, e fece una replica alla quale non era possibile replicare.
< Ma non sai quello che lui vuole!>
Dopodiché prese una pezza e cercò di tamponare il sangue che usciva dalla ferita del ragazzino, che, sentito qualcosa, ebbe un sussulto e tossì di nuovo.
< Chi sie…te?> riuscì a dire
< Ecco, adesso puoi saperlo!> sussurrò Falcon speranzoso
< Senti, piccolo> disse Will < La tua ferita è grave. Non credo che ce la farai… io forse potrei riuscire a salvarti, ma devi giurare servizio a questa nave…>
< Drake… è uscito dalla tomba…> rispose il bambino
< Visto?> disse Will < Sta delirando!>
Il ragazzino scosse la testa, come per dire di no.
< Non sta delirando> lo contraddisse Falcon
< D’accordo…> disse Will < Se ti senti disposto a rimanere qui…>
< Lo sono!>
Non appena ebbe detto l’ultima parola, la ferita che aveva sulla spalla si chiuse e crollò, sfinito.
< C’è un amaca libera?> chiese Falcon prendendolo in braccio < Si è appisolato!>
Lo appoggiò su un’amaca che arrivava quasi al pavimento e lo coprì.
< Deve avere otto, al massimo nove anni> disse a Bootstrap tornando di sopra < Mi dispiace davvero che sia finito qui… mio figlio nacque e crebbe su una nave, ma è tutto un altro paio di maniche>
< Hai un figlio?>
< Lo avevo> spiegò Falcon < Non te lo ricordi, quel bambino piccolo che trovaste con me? Si chiamava Simon…>
Ancora non riusciva a credere che, nonostante avesse promesso di risparmiarlo, e gli aveva fatto credere di riportarlo a terra, Jones gli aveva fatto tirare contro una cannonata.
< Eri il capitano di una nave?> chiese Bootstrap < Io invece ero con un matto che sembrava avesse preso una grave insolazione!>
< Non Capitan Sparrow!> ridacchiò Falcon < Il peggior matto del mondo! Ti immagini se lui avesse un figlio, che razza di pasticcione sarebbe?>
< Senza dubbio> disse Bootstrap < A meno che non prenda dalla madre… e spero sia così, se mai quello scemo avrà un marmocchio a tirargli quella poca barba che si trova>
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< Damian!>
Kaley si sporse dall’orlo della barchetta, tentando di vedere l’amico in mezzo a quei flutti e quella pioggia.
Ma l’unica cosa che vide fu una nave enorme, e piena di falle, che sembrava stare per affondare in cinque minuti.
Decise di segnalare la sua posizione con la lanterna, come Simon le aveva spiegato mesi prima, ma uno spruzzo d’acqua spense la luce. Con l’ultima speranza di Kaley, che quasi si mise a piangere.
Però, stranamente, una nuova corrente trasportò la barchetta lontano ad una velocità incredibile.
< Kaley Welkin…> disse una voce che sembrava venire dall’oltretomba
< Chi sei tu?> chiese Kaley, spaventata
< Mi chiamano Calypso…> disse la voce
< Se tu davvero sei Calypso, perché hai preso il mio amico?>
< Francis Drake è tornato in vita… ma non la sua anima… presa da Davy Jones…>
< Questo non c’entra…>
< Il tuo amico è l’unico che può uccidere Davy Jones… egli porta ed è la lama innocente…>
< E che ne hai fatto di lui?>
< è in buone mani… l’ho affidato al Capitano Turner… ma tu non lo puoi seguire…>
< Il capitano Turner è quello di quella nave lì?> chiese Kaley, accorgendosi però che la nave era sparita.
< Esatto> disse Calypso <il tuo amico avrà bisogno di imparare a lottare, di crescere, di diventare un uomo… presto informerò il capitano Turner di chi ha trovato, e gli darò disposizioni… intanto, buon viaggio verso la Baia dei Relitti…>
< Aspetta!> gridò Kaley < Chi sei? Non ti vedo!>
< Tu mi hai visto e mi conosci> disse Calypso mentre la barca aumentava di velocità < E mi conoscono i tuoi genitori, il tuo amico Simon, il tuo amico Jamie, e il tuo amico Richard…>
*********************************************************
Will tornò sul ponte. La tempesta si era calmata.
< Capitano, abbiamo trovato questo in acqua!> disse uno dei marinai mostrando una sacca di cerata.
< Cosa c’è dentro?> chiese Will < Forse saremo in grado di risalire al padrone>
< E quando conteresti di darglielo?> chiese sarcasticamente Jimmylegs, che aveva passato almeno due o tre secoli sull’Olandese ed era il meglio abituato a quella vita.
< È mio!!> gridò una voce infantile dal boccaporto
< Chi è quello?> chiese Jimmylegs, che non si era accorto del salvataggio lampo effettuato qualche istante prima
< Non lo sappiamo> disse Falcon < A dire il vero ha giurato, ma non sappiamo nemmeno come si chiama>
< Ha tutta l’aria di un cane bastonato> disse Jimmylegs con aria critica < è solo un peso morto>
< Non direi> disse Bootstrap, che aveva guardato nella sacca < Credo che sia un operaio di cantiere navale, se non addirittura un mastro carpentiere>
< Quella specie di scricciolo un mastro carpentiere?> ridacchiò Jimmylegs < Se davvero lo è, io sono una lumaca di mare!>
< Zitto, Jimmylegs!>
Il motivo per cui Will aveva zittito il veterano dell’Olandese ormai era visibilissimo: Calypso era apparsa sulla nave, sotto le spoglie della sacerdotessa vudù sotto le quali era stata imprigionata per secoli.
Will e i marinai si inchinarono, mentre Falcon, appena dopo essersi inchinato, fece inchinare il ragazzo.
< Suvvia, un po’ di rispetto> gli sussurrò < Quella è Calypso, la padrona del mare!>
















Capitolo 4
Richard

< Capitan Turner> esordì Calypso < Davy Jones è tornato… si nasconde sotto le spoglie del corsaro Francis Drake…>
Tra i marinai ci furono parecchi mormorii di preoccupazione: se davvero Davy Jones era tornato, si sarebbe ripreso nave e ciurma? Cosa sarebbe successo al loro attuale capitano?
< Non rivendicherà l’Olandese, né la ciurma > disse Calypso < Vuole solo vendicarsi dei pirati che lo hanno sconfitto >
< Allora bisognerà avvertire Jack… ed Elizabeth…> disse Will < Insomma, bisogna fare qualcosa!>
< L’unica cosa che può ucciderlo è una lama mai usata, impugnata da un innocente > spiegò Calypso
< Beh, una lama nuova è facile da trovare, se ne trovano in ogni bottega di fabbro> disse Falcon < Ma trovare un innocente che sappia e abbia il coraggio di usarla… è facile come trovare un ago in un pagliaio>
< Trovare un ago in un pagliaio è facile… se avete la calamita giusta > disse Calypso con il suo solito tono etereo
Tutti guardarono il ragazzino, che diventò piuttosto paonazzo e abbassò lo sguardo più di quanto già lo aveva basso.
< Quel ragazzo, nonostante in tutta la sua vita abbia ritenuto di chiamarsi Damian Farrier, si chiama Richard Outpost Junior, ed è il figlio di Silenzioso >
< Di “Silenzioso” Outpost?> chiese Bootstrap incredulo < Avremmo dovuto capirlo, è il suo ritratto!>
Richard “Silenzioso” Outpost era stato uno dei pirati migliori del secolo, e anche uno dei meno noti. Si era guadagnato il soprannome non solo per il fatto che era sordomuto, ma soprattutto perché agiva sempre nell’ombra, e non aveva mai attirato su di sé troppa attenzione della Compagnia delle Indie. Era poi stato denunciato da una spia, e impiccato sei anni prima.
< Capitan Turner> concluse Calypso < Ti ordino di istruirlo nell’arte del duello, della guerra e della navigazione. Sarà l’unico in grado di salvare i Pirati.>
Damian, anzi Richard, era rimasto per tutto il tempo ad ascoltare, silenzioso come suo padre era sempre stato, soltanto quando Calypso sparì osò parlare.
< Ma a chi mai potrebbe essere venuto in mente di mettermi un falso nome, e perché?> chiese, mentre il rossore della sua faccia stingeva rapidamente
< Non hai qualche idea?> chiese Falcon < Dove vivevi?>
< All’orfanotrofio di Porto Bello> disse Richard < Dalle suore>
< Le suore di Porto Bello?> disse Falcon < Fidati, quelle vecchie streghe gioiscono non appena possono cambiare il nome ad un figlio di pirati e poi indottrinarlo talmente tanto da farlo diventare prete!!!>
Richard tirò un respiro profondo e chiuse gli occhi. Adesso aveva un nome, e una storia. Non era più un orfanello senza passato.
Improvvisamente, gli tornò alla mente la sparatoria di Porto Bello. Gli tornò alla mente suo padre, che, a gesti gli diceva di scappare via.
Gli tornò in mente un marinaio che sussurrava “Vai Ricky, scappa lontano!”, gli tornò in mente quella fatidica pallottola che lo aveva lasciato con un piede nella fossa, gli tornò in mente il seienne Simon, anche lui appena arrivato, che dava l’allarme al signor Gaviota.
Adesso era una persona nuova… un pirata. Come Simon. Adesso si sentiva grande.
< Sono pronto> disse riaprendo gli occhi < Capitan Turner… al vostro servizio, signore!>
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La Perla Nera stava facendo porto, in una località che Simon aveva visto parecchie volte da piccolo, ma che quasi aveva dimenticato. Tortuga.
< Vieni, piccolo> gli aveva detto il guercio < Dobbiamo trovare qualche venditore di vestiti usati… quelli che hai adesso sembrano aver scritto sopra “orfanotrofio di monache” dappertutto!>
< Non sono poi così piccolo> disse Simon seccato < Ho dodici anni, insomma!>
< Ma i tuoi vestiti ti fanno somigliare a un poveraccio vestito da damerino> gli fece osservare il guercio
< Questo è vero> disse Simon < Non mi sono mai piaciuti, e pungono per giunta>
Ogni pirata si era fatto il suo gruzzo depredando le navi inglesi, e anche Simon aveva il suo da quando, oltre a riparare le falle dopo le battaglie, sparava con un fucile contro gli avversari che cercavano di abbordare la loro nave.
Camminando in quelle strade affollate, quasi si aspettava di sentire sulla spalla la mano del padre, di stare per essere preso in braccio, di sentire una carezza sulla testa… e si sentiva quasi male quando alzava lo sguardo alla sua destra e non vedeva il naso storto di suo padre.
< Sei già stato qui?> chiese Barbossa, dal lato sinistro
< Sì> rispose Simon, con un nodo alla gola < con mio padre>
< Senti, io conosco il capitano dell’Olandese… se lo troviamo cerco di mettere qualche buona parola…>
< No, non importa> disse Simon recuperando il suo tono arrogante < Ormai non ho più bisogno di essere imboccato>
< Senti, Simon… per quanto ne so io, un ventenne una volta ha fatto carte false per poter rivedere suo padre…> disse Barbossa, usando un tono più che seccato
< E io non sono quel ventenne!> disse Simon, accorgendosi che gli stavano per scendere le lacrime
< Fai come vuoi> gli disse Barbossa
< Sissignore>
Simon si comprò dei vestiti “nuovi” e poi cercò di entrare in una taverna… il posto da cui suo padre cercava di tenerlo lontano.
Non sapeva che qualcuno lo stava seguendo, guardandolo a vista.
L’unico momento in cui Simon si accorse del pedinatore fu quando, stordito dall’alcol e dalle risse, lo sconosciuto fu costretto a portarselo in spalla. La cosa che sentì esattamente dopo fu una secchiata di acqua fredda in faccia.
< Che... che...?> chiese stupidamente
< Un mozzo che non regge l’alcol, ecco che! Comprendi?> gli rispose una voce dall’alto
Iniziò a mettere a fuoco un uomo dall’aria idiota che lo squadrava tenendo in mano un secchio vuoto.
Gli ricordava vagamente un Jamie Gorriòn troppo cresciuto.
< Allora, che stavamo facendo?> gli chiese
< Affari miei> disse Simon cercando di alzarsi, ma venendo bloccato all’istante da un tremendo mal di testa.
< Capita quando alzi il gomito per la prima volta... comprendi? Alzi il gomito, e poi ti scende il vomito!>
Simon fece per rispondere, ma vomitò addosso allo sconosciuto.
< Altro che mozzo, tu sei un moccioso!> disse il tipo facendo un salto all’indietro per non essere colpito dalla poltiglia maleodorante < Dove sono i tuoi genitori?>
< Mia madre è morta > disse Simon reprimendo i conati di vomito < e mio padre è sull’Olandese Volante>
< Io lo conosco il capitano dell’Olandese Volante>
< Anche il mio capitano lo conosce, quindi gira al largo!!> disse Simon tentando di spingere via quello sconosciuto
< Il tuo capitano? Pensavo stessi ancora con una balia!> disse il tizio < Un momento... se il tuo capitano conosce Capitan Turner... si chiama per caso... Barbossa?>
< Sì, e tu chi sei?>
< Io sono CAPITAN Jack Sparrow! Il vero capitano della Perla Nera!>
Simon, lottando contro il mal di testa, si alzò e cercò di andare via.
< Senti, sottospecie di Ciarlatan Sparrow, addio!>
< Capitan Sparrow!> gli arrivò la voce di quel matto da dietro.
Dato che quella notte era ubriaco fradicio, Simon non sapeva come aveva fatto ad arrivare alla Perla Nera, ma ci riuscì.
< Simon!> gridò la voce di Barbossa da qualche punto imprecisato < Dove ti eri cacciato, figliolo?>
< Ja---ja>
< Non capisco... che lingua sta parlando?> chiese il guercio
< Ma non vedete che sta male?> disse Barbossa < Deve aver alzato il gomito per la prima volta... >
< Jack... Sparrow... qui... a Tortuga... lo conosci?> balbettò Simon, reprimendo un altro conato di vomito.
< Jack Sparrow? Quel Jack Sparrow? Bislacco, capelli neri, un sacco di roba tra i capelli?>
Annuire fu l’ultima cosa che Simon fece prima di svenire.
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Una settimana dopo il suo “cambio di nome”, Richard non ci si era ancora abituato appieno, e quando qualcuno lo chiamava ci volevano due o tre volte prima che afferrasse.
Qualcuno diceva che era stordito, Jimmylegs in particolare, ma c’era sempre qualcun altro (specie il capitano, il timoniere e la vedetta) che prendeva le sue difese.
Il capitano Turner lo prendeva da parte almeno due o tre volte al giorno, gli metteva un bastone in mano e gli insegnava a duellare.
Inutile dire che Richard ne usciva pieno di lividi per il più delle volte, se proprio non cadeva per terra durante gli allenamenti.
Quel giorno, stavano veleggiando intorno a Tortuga, per cercare navi in uscita in modo da cercare di rintracciare Jack Sparrow.
Il capitano, subito dopo la lotta, aveva iniziato a scrutare l’orizzonte col cannocchiale.
< Ah, bene> disse ripiegandolo < Jack Sparrow è proprio su quella nave che sta lasciando il porto>





























Capitolo 5
Uomo avvisato mezzo salvato

< Oh, mannaggia!!>
Jack ripiegò il cannocchiale e si guardò intorno, alla ricerca di un nascondiglio.
< Ghe suggede, gabidano?> chiese uno dei marinai, un africano alto due metri.
< L’Olandese Volante, viene dritto verso di noi!!> spiegò Jack svelto cercando un nascondiglio.
< E allora?> chiese Gibbs, piuttosto sorpreso dalla reazione di Jack.
< Non ci sono!> disse Jack chiudendosi in una cassa < Non mi avete visto! Sono a terra!!>
In men che non si potesse dire, Capitan Will Turner era sulla Tetide, accompagnato da Bootstrap e da un ragazzino che sembrava essere stato staccato dalla balia di lì a poco.
< Ehi, Gibbs! Visto Jack in giro?>
< No> disse Gibbs
< Non l'abbiamo più visto da prima della partenza> disse Nicholas Hooke, il nuovo timoniere.
< A derra. È angora a Dorduga.> disse l’africano, Bongo o come cavolo si chiamava.
< Davvero Jack Sparrow ha preferito rimanere a terra anziché prendere il mare?> disse Will, calcando le parole in modo che Jack Sparrow, dovunque fosse, lo avrebbe sentito.
La risposta non tardò ad arrivare.
< Capitan, CAPITAN JACK SPARROW!!> urlò la voce del diretto interessato
Will se ne accorse ( e chi non avrebbe potuto, Jack aveva urlato così tanto da farsi sentire fino a Singapore!!), e aprì la grossa cassa in cui Jack si era nascosto.
< Comprendi?> disse Jack sbucando fuori come un pupazzetto delle scatole a sorpresa (che, ironia della sorte, in inglese viene chiamato Jack-in-the-box!!!)
< Jack Sparrow> disse Will in tono ironico < Ma che bella sorpresa>
< Anche per me lo è> disse Jack < Anzi no… anzi sì… volevo dire che è una sorpresa ma non è… ehm… che non è una sorpresa ma mi fa piacere rivederti>
< Tanto piacere che si è nascosto in una cassa!> scherzò il moccioso da balia < Non ascoltatelo, capitano!>
< Stai tranquillo, Richard, ho in mano la situazione> disse Will, afferrando il bavero della camicia di Jack
< Non è per un debito, vero?> chiese Jack in evidente apprensione nonostante il suo solito tono scanzonato.
< È per un debito> disse Bootstrap < Ma non il genere di debito che ti aspetti tu>
< Davy Jones è tornato… e Richard qui ne è testimone> disse Will conciso
< Jones?? Ma… non l’avevi ammazzato? E poi che c’entra questo con qualsiasi cosa io ti debba??> chiese Jack spiazzato
< E chi l’ha detto che mi devi qualcosa quando sono io a doverti la vita? Tu mi hai salvato la vita e io salvo la tua!>
< E come?>
< Mai sentito il proverbio? Uomo avvisato mezzo salvato!>
< Appunto, mezzo salvato!>
Richard dovette fare una serie di cerimonie (della serie mordersi il labbro e fare le smorfie) per non ridere.
< Come sei puntiglioso, Jack!> si lamentò Bootstrap < Non è da te!>
< Non è da me, eh?> chiese Jack riprendendo il suo tono da menefreghista immatricolato < E non è da Elizabeth parlare con una certa Marianne di un certo Dominic in una maniera abbastanza ambigua>
Will diventò pallido e fece un istantaneo passo indietro.
< Ne sei… sicuro?> chiese incredulo
< Non sono sordo, stavo parlando con lei del fatto che Barbossa mi ha fregato di nuovo la Perla Nera, ed è arrivata questa Marianne che ha detto che tale Dominic sembrava volere lei e solo lei. Ha detto di muoversi, che non sembrava disposto ad aspettare molto>
< Non lo farebbe> disse Will incredulo < Non Elizabeth>
< Beh, lo scoprirai tra nove anni…> disse Jack giocondo come al solito
< Ma a quel mezzo matto non gliene importa mai di nessuno?> chiese Richard
< Beh… è raro che lo dimostri> rispose Bootstrap
< Andiamo> disse Will preoccupato < Dobbiamo cercare Villenueva, a tutti i costi… e chiedere di mandare qualcuno a scoprire chi è questo Dominic e che cerca da Elizabeth!>
< Ehi, aspetta!> disse Jack < Adesso mi devi una vita intera, dato che io ti ho avvisato di questo e… uomo avvisato mezzo salvato!!>
Tornati sull’Olandese Volante, Will si chiuse nella sua cabina. Si chiuse, ma questo non impedì a Richard di raggiungerlo.
Fin dai tempi dell’orfanotrofio, Richard e Simon, quale pegno di amicizia, si erano scambiati degli oggetti: Richard aveva regalato a Simon una bussola (vecchia ma funzionante) e Simon, in cambio, gli aveva regalato un grimaldello.
Perciò, bisognerebbe essere asini per non comprendere quello che Richard fece.
E quale fu la reazione del capitano.
< Richard! Come hai fatto ad entrare?>
< Mi dispiace, signor capitano> disse Richard, deponendo il prezioso oggetto ai piedi del capitano < Ma volevo parlarvi e non trovavo altro modo>
< Scusami, Red…> disse Will restituendoglielo < Non so proprio dove ho la testa… se davvero mia moglie Elizabeth ha un amante, sono spacciato…>
< Ma quel Jack Sparrow ha parlato solo di un Dominic…> disse Richard comprensivo < Forse quel Dominic è un capitano pirata con un grosso problema, forse è un orfano, forse è un uomo che ha bisogno di conferire con lei perché è nei guai… voglio dire, se non mi sbaglio la tua Elizabeth è anche la regina dei pirati, nonché Capitano della Cina del Sud… me l’ha detto Falcon, non ho mai origliato…> aggiunse poi rapidamente
< Sei sicuro che potrebbe essere chiunque?> chiese Will speranzoso
< Sicuro eccome> disse Richard < Sparrow non ti ha detto nemmeno quanti anni ha, questo Dominic! Non l’ha mai visto in faccia! Quella Marianne potrebbe essere tanto una dama di compagnia quanto un’assistente, quanto…>
Una nuova idea si era insinuata nella mente di Richard.
< Una BALIA!!! Se Elizabeth è tua moglie, potrebbe anche… a tua insaputa… beh, ma almeno c’è la possibilità che questo sia accaduto?> azzardò Richard, che aveva saputo da Simon com’è che arrivano i bambini ( e a momenti ci era rimasto secco).
< Per quanto remota, esiste> disse Will < E se così fosse, Dominic avrebbe tre mesi…>
< Sentite> propose Richard < Forse quel Villenueva di cui parlate ha visto Elizabeth negli ultimi tempi, quindi perché non andare a cercarlo nel suo quartier generale?>
< Il quartier generale di Villenueva?> chiese un marinaio di mezza età , che Richard conosceva come Raoul de Santiago, entrando nella stanza < A Venezia> ( Villenueva di Spagna è il Pirata Nobile che controlla il Mar Adriatico, almeno così ho sentito dire)
< Magnifico> disse Will < In una città!>
< Lasciatemi terminare, capitano!!> disse Raoul < Venezia è una città completamente edificata su isolotti… il mare, lì, è la strada. Basterà mandare qualcuno che chieda di poter conferire con Villenueva, lo convocherete qui a bordo, e puf! Il gioco è fatto!>
< Grazie> disse Will, quasi con le lacrime agli occhi.
Raoul e Richard uscirono, chiudendosi dietro la porta.
Will si era appena reso conto di quanto Richard era importante per la ciurma. Non era di grande peso sulla nave, era piuttosto timido e non era abbastanza forte per dare una mano, ma dava alla ciurma quasi un senso di vittoria, gli dava l’impressione di non essere maledetti, fantasmi, anime perdute, ma esseri umani. Era come se la Vita in persona avesse deciso di mettere su casa lì.
Decise di uscire, per vedere cosa stava facendo la ciurma. Richard era con Raoul, che gli stava insegnando una canzone piratesca propria della ciurma di Villenueva, Falcon era di vedetta sulla coffa, suo padre era al timone, come al solito, mentre gli altri marinai erano immersi nel gioco dei dadi.
Le puntate, ormai, erano cambiate. Si puntava su oggetti semplici come il rum, un vestito senza strappi, rare monete d’oro, spade e pugnali nuovi, gli oggetti pescati dal mare.
Proprio come se fossero stati su un’altra nave.
L’Olandese Volante aveva ricominciato ad essere una nave, vera e propria, non un relitto davanti al cui nome i marinai facevano gli scongiuri.
Tutto questo sarebbe stato destinato a continuare?
Chi aveva ragione, Richard o Jack?


Capitolo 6
L’accordo è rotto

< Presto!> ordinò Barbossa < Rotta per la Baia dei Relitti! Tutta a sud, sottospecie di lumache di mare!>
< Che succede, capitano?> chiese un marinaio dall’aria idiota che fino ad un anno prima era nella Marina Inglese.
< Una convocazione urgente, da parte della Regina!!!> spiegò Barbossa < Se è come penso io, o è un pericolo, o un nuovo articolo da aggiungere al Codex, o non ci avrebbe convocato così urgentemente.>
< La Regina? Quale Regina?> chiese Simon
< Accidenti! Quasi mi dimenticavo che sei rimasto tagliato fuori per sei anni…> disse Barbossa dando una brusca virata al timone < Parlo di Elizabeth Turner, Capitano della Cina del Sud, nonché Regina dei Pirati con due voti>
< Wow> disse Simon incredulo < Già due voti è tantissimo per un pirata>
< Beh…> spiegò Barbossa < Ringrazia Jack Sparrow>
< Ma…> chiese ancora Simon < Avete detto Elizabeth Turner… per caso è imparentata in qualche modo con il Capitan Turner dell’Olandese Volante di cui mi avete parlato, signor capitano?>
< Bravo Simon!> disse Barbossa < Hai indovinato, quei due sono marito e moglie… sai, temevo che la ciurma intera fosse più stupida di un branco di primati… no, non ce l’avevo con te, povero Jack!> aggiunse poi accarezzando la testolina della sua scimmia.
< Forse io so a che genere di pericolo stiamo andando incontro> teorizzò Simon < Francis Drake... è uscito dalla tomba, e non sembra avere buone intenzioni>
< Hai detto Francis Drake???> chiese Barbossa impaurito
< Sì> disse Simon < Francis Drake, il fu ammiraglio della flotta reale nella seconda metà del Cinquecento.>
< Allora siamo davvero in pericolo> disse Barbossa < Si racconta che Francis Drake, in cambio dell’appoggio di Davy Jones e del Kraken in tutte le sue battaglie contro l’Invincibile Armata del re spagnolo Filippo Secondo, abbia dato la sua anima in cambio, fosse morto o meno in mare... ma poi, al momento di morire, chiamò un sacerdote spagnolo, si fece battezzare secondo il rito cattolico e chiese di essere seppellito in chiesa.>
< Perché Davy Jones, essendo un dannato, non poteva entrare nei luoghi sacri...>
< Adesso Jack Sparrow e Will Turner, uccidendo Jones, hanno innescato una reazione a catena per cui l’anima di Jones è libera di insediarsi in un corpo. E Drake ha ancora un debito con lui.> concluse Barbossa < O perlomeno lo aveva.>
Lo sguardo spaventato di Simon lo costrinse a cambiare argomento.
< Vuoi provare a fare manovra?> gli propose
< Nah…> disse Simon < Ci ho provato da piccolino sulla nave di mio padre, ma ero un disastro>
< Perché avevi… quanti anni?> chiese Barbossa < Sette? Otto?>
< Cinque> lo corresse Simon < Dai miei sei anni ho vissuto in mezzo alle pupe di pezza>
< Le che?>
< Le suore spagnole di Porto Bello in Panama!!>
< Ma adesso hai tredici anni, dico bene?>
< Dodici>
< Beh, dovresti farcela, avanti!>
Gli lasciò la ruota del timone e si fece da parte.
Simon, emozionato come non mai, strinse la ruota tra le mani e attese un comando.
< Vira a babordo, poi tieni dritto >
Simon, con le mani che gli tremavano, girò il timone finché Barbossa non gli disse che andava bene.
Il capitano lo tenne alla ruota fino a mezzogiorno, quando decretò che era un bravo timoniere e lo lasciò andare a mangiare qualcosa.
Simon, dopo aver divorato in fretta un po’ di pesce arrosto e di frutta, andò di sotto a controllare la chiglia della nave, come gli aveva insegnato il signor Gaviota. Notò subito che la scimmietta Jack lo stava seguendo con lo sguardo curioso.
< Ciao> gli disse accarezzandogli la coda < Vuoi venire a vedere?>
Ricordava perfettamente ogni singola lezione del cantiere navale, così come i divertentissimi scherzacci alle commare, le suore, e come le mandava fuori dai gangheri, Trippa, e tutte le volte che gli aveva spaccato la faccia per difendere Jamie, e soprattutto i suoi vecchi amici.
D’accordo, si divertiva da pazzi sulla Perla Nera, ma gli mancava quella vecchia vita.
Di sicuro avrebbe dato via tutti i pezzi d’argento che aveva “onestamente guadagnato” pur di far arruolare sulla Perla Nera tutti i suoi amici fino all’ultimo.
Guardò con nostalgia un altro dei suoi tesori, una vecchia (seppur utile e funzionante) bussola, regalatagli da Damy in cambio di un grimaldello.
Chissà, forse in quel momento Damy stava riparando una qualsiasi e anonima nave, sotto il vigile occhio del signor Gaviota, o forse stava giocando a “Ce l’hai!” con Jamie e i gemelli, o forse le suore gli stavano facendo lavare il pavimento della chiesa…
Forse lo invidiava.
< Me ne dovrei fare una ragione> disse Simon a Jack, nonostante sapesse che una scimmia non lo poteva sicuramente capire < Lui è rimasto… e io sono andato… lui ha scelto la vita tranquilla, io la pirateria… >
Iniziò a tappare con la pece le fessure. Non c’erano falle rilevanti: l’acqua entrava da buchi per i quali a malapena sarebbe passata la coda di Jack. Quindi la pece, magari mescolata alla segatura, avrebbe funzionato a meraviglia.
Stava provvedendo ad otturare l’ultimo buco quando la nave rollò pericolosamente da una parte e dall’altra, e non si sentì il tipico rumore delle mareggiate.
< Che cavolo sta succedendo?> si chiese Simon.
Non meno di un attimo dopo, scivolò su una pozza d’acqua e cadde di sedere per terra.
Jack risalì in fretta la scaletta che conduceva di sopra, e Simon lo seguì.
< Una tempesta!> intuì quando uno spruzzo d’acqua particolarmente violento lo lasciò bagnato come un pulcino.
Ma quanto tempo era rimasto nella stiva? Sicuramente tutto il pomeriggio, perché il cielo, oltre ad essere coperto, era dello stesso colore delle sue mani sporche.
Sul ponte c’erano solo pochi marinai, impegnati a fare di tutto per poter salvare la Perla dal mare in burrasca.
< Torna sotto, Simon!> urlò Barbossa < Calypso sembra essere su tutte le furie, e preferirei risparmiarti lo spettacolo e non farti cadere in acqua… sempre che tu non sia ansioso di conoscere Capitan Turner>
< Sono già sopravvissuto a burrasche del genere> disse Simon nonostante avesse molta paura.
< Non importa, vai sotto coperta e restaci!>
Quel minuscolo attimo di distrazione da parte di Barbossa consentì a uno spruzzo d’acqua violento come quello che aveva colpito Simon di strappargli la bussola di mano.
< Jack, prendila!!> urlò Barbossa
La scimmietta inseguì la bussola saltellando in mezzo al sartiame, la prese, ma un'altra mareggiata butto bussola e scimmia fuori bordo.
Simon si lanciò sul parapetto e allungò la mano giusto in tempo per afferrare Jack per la coda.
Ma Calypso si era presa la bussola di Barbossa.
< Mi dispiace > disse Simon, mentre gli occhi di Jack sembravano voler dire la stessa cosa.
< Non c’è da volersi dispiacere> disse Barbossa rassegnato < A quanto pare Calypso ci vuole morti, o naufraghi, o dispersi, e ci ha preso la bussola. Con il volere di Calypso non si scherza. Al massimo si potrà scherzare con Will Turner quando ce lo vedremo davanti> (Nd Peeves: se volete fare quattro risate, traducete la frase in inglese)
< Non credo che lo vedremo tanto presto> disse Simon < IO ho la MIA, di bussola!!>
< Se non facessi infuriare Calypso ancor di più, direi che è il cielo che ti manda!> disse Barbossa
Simon, da piccolino, aveva sentito suo padre dire più di una volta “parli di Calypso, e ti arriva una mareggiata”. Beh, la mareggiata che in questo caso colpì Barbossa era talmente violenta da spingerlo via dal timone e bloccarlo sotto alcune casse che erano state lasciate sul ponte.
Simon intuì che c’era una sola cosa da fare, e la fece. Assicuratosi bene al polso la bussola, prese il timone con entrambe le mani e si sforzò di tenerlo dritto.
< Forza, ce la fai!> disse Barbossa < Tienilo forte e fai rotta verso il sud!!!>
A Simon bastò una rapida guardata alla bussola per individuare il sud, e virò quanto bastava per indirizzare la prua in quella direzione.
Ma il mare, o Calypso che dir si volesse, storse la rotta e Simon si trovò a fare un’altra manovra per raddrizzare la nave.
< Capitano, non ce la faccio!> disse Simon.
Quella notte gli ricordava tanto quando la nave di suo padre, l’Itaca, era stata presa a cannonate ed era affondata, e Simon aveva visto morire sua madre davanti a lui, per mano del nostromo dell’Olandese Volante.
Suo padre gli aveva detto di salire su una scialuppa e scappare a terra: nessuno avrebbe fatto caso ad un bambino. Ma Simon non sapeva nemmeno tenere i remi all’epoca. Almeno, non tanto bene da procedere in fretta. E l’Olandese Volante aveva preso anche lui.
Adesso si sentiva esattamente così, come un bambino di sei anni che non sa tenere i remi. E stavolta non c’era in gioco solo la sua vita, ma anche una nave intera, capitano, ciurma, scimmia e pappagallo compresi.
< Puoi farcela. Devi. Io conto su di te> disse Barbossa < Tutta la nave conta su di te!>
Simon guardò Barbossa, con le lacrime agli occhi per la paura e la fatica. La responsabilità gli pesava tutta addosso, esattamente come le casse sul capitano.
< Capitano, io sono troppo piccolo per domare una tempesta>
Simon non si era mai aspettato che un giorno sarebbe arrivato a pronunciare quelle parole. Si era sempre sentito un grande. Adesso si sentiva impotente.
< Te l’ho detto> disse Barbossa < Quando Calypso vuole una cosa, la ottiene. E adesso vuole provare la tua forza, vedere quanto vali. Forza, falle vedere chi sei!!>
**************************************************************
Rosaline guardò il suo nuovo abito. Quello che avrebbe dovuto indossare a partire dal giorno dopo, per sempre. Per Richard.
Aveva stretto un patto con le suore quando Richard era stato trovato in fin di vita in un vicolo, sei anni prima.
All’epoca lei aveva solo quattordici anni. Adesso quasi venti.
Rosaline aveva promesso di prendere i voti allo scoccare dei suoi vent’anni.
Aveva promesso, per suo fratello Richard.
Non sapeva nemmeno come stava. Non aveva avuto nemmeno l’occasione di guardarlo, di vedere com’era cresciuto.
Le suore lo tenevano lontano da lei, perché “altrimenti lo prenderesti e te ne andresti senza adempire la promessa che hai fatto”.
Forse gli avevano anche messo un falso nome. Glielo aveva visto fare un sacco di volte. Imponevano un nome ad alcuni trovatelli finché essi non dimenticavano il loro. O era un cognome. Tutto per gettare nell’oblio il passato pirata di quei bambini.
Le avevano vietato persino di vedere i bambini dell’orfanotrofio. Ma uno di loro, il più piccolo, James, quattro anni e mezzo, da molto tempo si infiltrava di nascosto e andava a stare con lei.
Certe volte, Rosaline era arrivata a pensare che James la ritenesse sua madre.
Gorrion, il cognome di James, appariva subito come fittizio: il padre di Rosaline, Richard il Silenzioso, conosceva pirati con un nome simile: il custode del Codice della Fratellanza e suo figlio portavano un cognome che era semplicemente la traduzione in inglese di Gorrion. Le suore si dovevano essere inventate quel cognome di sana pianta.
< Ciao Rosaline!!>
Come al solito, James era entrato nella stanza passando per il lucernario. Essendo piccolo e magrolino, ci riusciva ancora con grande scioltezza. Si arrampicava per il bugnato del muro esterno e passava per la stretta finestrella.
< Che cos’è quello? Vuoi diventare una pupa di pezza?> le chiese amareggiato indicando il saio con le mani luride.
< Non sono io che voglio> disse Rosaline < Sono loro. Le altre suore>
< Non possono, se tu non lo vuoi non lo fai!>
< Mi ci hanno costretta>
< Ma possiamo andare via… alla Tortuga, come ha fatto Damy!>
< Chi è andato a Tortuga?>
< Damian Farrier, e Kaley!!!>
Farrier era un cognome autentico quanto lo era Gorrion, e perdipiù non aveva mai sentito nessun figlio di pirati chiamarsi Damian.
< Quanti anni ha Damian?> chiese Rosaline speranzosa
< Nove>
< Di che colore ha i capelli?>
< Rossi>
Forse era poco conveniente chiedere le cose a un bambino piccolo, ma Rosaline stava guadagnando terreno: il bambino che era partito per Tortuga era quasi certamente Richard.
< Jamie> chiese infine < ma… questo bambino ha una bua sulla spalla?>
< Una bua grossa?> chiese James di rimando
< Sì> disse Rosaline.
< Sì, ce l’ha>
Era Richard.
< Allora, andiamo via> disse Rosaline < A Tortuga>
< Dove vorresti andare, tu?>
La badessa aveva aperto la porta. Sicuramente aveva sentito tutto.
< Hai un patto con noi, lo devi rispettare!>
< Il patto> disse Rosaline alzandosi < era che avrei preso i voti se Richard fosse stato tenuto qui fino alla maggiore età. E voi lo avete violato. Non mi avete detto che Richard è scappato>
< Non è scappato> disse la badessa < è partito>
< Il che non fa differenza, comunque non è qui!> disse Rosaline < Quindi l’accordo è ROTTO!>
Prese l’abito monacale e lo gettò nel camino.
< Tu…>
La badessa non aveva parole. Decise di sfogarsi su James.
< Gorrion! Sottospecie di marmocchio, avresti dovuto essere al cantiere!>
< NON SI CHIAMA GORRION!> disse Rosaline adirata < è l’ultima goccia questa! Avete cambiato i nomi ai bambini, per renderli introvabili agli occhi dei genitori! Che magari adesso li staranno cercando! Altro che genitori ingrati, che non vogliono saperne del figlio!!!>
< I tuoi genitori, e quelli di James Sparrow> disse la badessa < sono pirati. Vivono senza leggi né regole. Noi abbiamo sperato di farvi vivere nella legge degli uomini e di Dio come ogni brava persona…>
< E chi vi dice che i pirati non credono in Dio? Che non abbiano leggi?> gridò Rosaline sempre più adirata < Se davvero James si chiama Sparrow, il suo nonno è probabilmente colui che CUSTODISCE le LEGGI dei Pirati!>
Così dicendo, prese James in braccio e corse via, lontano, verso il porto.
Verso il cantiere navale.
Verso l’arsenale di Herman Seagull.
 
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• H o l l y »
view post Posted on 5/1/2008, 11:22




SONO ARRIVATA ALLA FINE DEL SECONDO CAPITLO, MA TORNERùO' PER FINIRLA...mi rompe vedere tutto a sfondo willabethoso ma sono cuiosa di vedere come va a finire..
 
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Volpe1990
view post Posted on 5/1/2008, 12:08




non che comunque ci siano sempre loro, la parte del leone l'avranno Red, Simon, Kaley e Jay...
 
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• H o l l y »
view post Posted on 5/1/2008, 12:12




e meno male! mi sto un pò perdendo con i nomi m,a...ci sono!
 
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3 replies since 4/1/2008, 13:21   239 views
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