| Come promesso, ecco qui il 5° capitolo! Spero vi piaccia, fatemelo sapere!
Capitolo 5: Fine della corsa.
Il sole era sorto da appena qualche ora, e al molo di Tortuga c’era un gran viavai sulla Perla. Gli ultimi rifornimenti venivano riposti nella cambusa, mentre si preparavano le vele per salpare. Jack era nel suo alloggio, e, aiutandosi con delle vecchie carte che era riuscito ad estorcere la sera precedente da un vecchio marinaio, poco prima di essere andato a recuperare Gibbs, cercava di tracciare delle rotte, ma senza successo. Continuava a pensare ad Eagle, quella ragazza vista la sera prima alla locanda, riviveva quell’attimo decine e decine di volte, cercando di farsi una ragione per quell’ossessione improvvisa e a suo avviso completamente immotivata. D’altronde non era da lui andare dietro ad una donna, ma sentiva il bisogno, quella mattina, di seguire la Sea Wolfe, nonostante essa avesse un discreto vantaggio, data l’intera notte passata sulle acque. Sperava solo di poter intercettare la nave prima di sera. Dopo poco più di una ventina di minuti la nave salpò, allontanandosi dal porto di Tortuga. Passò qualche ora, mentre la nave scivolava tranquilla sulle acque. Quattro colpi ovattati alla porta. «Jack! Abbiamo bisogno di te al timone. » Gibbs lo avvertì con voce concitata, evidentemente non aveva la minima idea di dove fossero diretti, dato che Sparrow era stato ben poco preciso riguardo la meta di quella partenza improvvisa. Jack si alzò, avviandosi verso l’uscita e quindi verso la poppa della nave, mentre Gibbs lo seguiva, facendogli la solita sfilza di commenti sommessi riguardo a quanto rum avesse preso e quanto invece ne richiedesse effettivamente la ciurma. Mentre Gibbs continuava con la sua spiegazione recessiva, Jack strinse appena gli occhi, aguzzando la vista. «Ssh. Guarda li. » Il capitano lo zittì con un gesto della mano, poi indicando i resti di una nave distrutta che affioravano poco a poco all’orizzonte. «E’ la Sea Wolfe! E’ stata distrutta!» Avvertito improvvisamente dalla voce di Martin, Jack distolse la vista, rivolgendosi a Gibbs. «Cercate superstiti. Mandate tre uomini» Furono mandati alcuni membri dell’equipaggio a perlustrare tra le rimanenze della nave. Nessun sopravvissuto. Jack decise di proseguire, preoccupato, cercando di capire quale fosse stata la causa, o meglio, la nave, ad aver causato tutto quello. Era sicuro fosse successo da relativamente poco, dato che il fumo ancora esalava da ciò che ne era rimasto della famigerata Sea Wolfe. Di li a poco venne avvistata una nave. Jack anticipò Martin, questa volta. «E’ la Marylin. Ne sono sicuro. Nessuno tranne quella nave ha le capacità di disintegrare in questo modo una nave come la Sea Wolfe. » Gibbs si rivolse poi alla ciurma, intuendo ciò che il capitano stava per ordinare. «Caricate i cannoni! Uomini, prepararsi all’arrembaggio! » Un boato di urli si librò dall’equipaggio, mentre c’era chi brandiva le spade e chi si appostava ai cannoni, pronto all’attacco. Le due navi si accostarono, mentre i mozzi da entrambi i galeoni si lanciavano occhiatacce e grugniti sommessi, pronti all’attacco quando glielo avrebbe ordinato il capitano. Bisognava solamente attendere il momento opportuno. Jack si guardò intorno, cercando con lo sguardo Smith, che intravide dal lato opposto del ponte della Marylin. Quando finalmente le due navi furono vicine, Sparrow ordinò a Gibbs di fare fuoco. «Fuoco! » «Fuoco! » Allo stesso tempo, Smith diede lo stesso ordine, e cominciò l’attesa battaglia di cannoni, mentre le due navi si fronteggiavano senza nessuna pietà. «Uomini! All’arrembaggio! » Da entrambe le navi, decine di pirati si lanciavano verso la nave nemica, attaccando chiunque capitasse sotto tiro. Jack immaginava che i mozzi della Sea Wolfe fossero stati rinchiusi e, una volta arrivato sul ponte della Marylin, si fece abilmente largo tra le schiere nemiche, cercando l’accesso alle celle. «Ah… Jack Sparrow, giusto? » Smith si era accorto del suo girovagare sulla nave, e ora era intenzionato a fronteggiarsi con lui, estremamente convinto delle sue capacità. Jack si girò verso di lui, con un espressione a metà tra il teatrale e l’offeso. «E’ Capitan Jack Sparrow » «E sia. Capitan Jack Sparrow. » Impugnò la sua spada, brandendola in avanti verso il capitano della Perla. Jack, preso alla sprovvista, sguainò la sua spada, mentre Smith si apprestava ad attaccare. Cominciò una vera e propria battaglia, quasi una danza, tra le spade dei due capitani. Nessuno dei due sembrava avere la meglio, anche perché in fatto di abilità spadaccina e trucchi sporchi erano ugualmente capaci. Una cannonata della Perla mise improvvisamente in difficoltà la Marylin, causando un forte sussulto sul ponte di quest’ultima. Per un attimo, Smith guardò altrove, distraendosi, dando il tempo a Jack di fare una delle sue solite fughe. Si infilò dietro una porta, notando poi che conduceva ad un breve corridoio in discesa. Scese cautamente, trovandosi poi davanti le celle, dove erano stati messi dentro a gruppi i mozzi della Sea Wolfe. Cercò con lo sguardo e la trovò. Era da sola, nella cella in fondo, raggomitolata in un angolo, dando di spalle alla porta della cella. La casacca bianca era ora un cencio, strappata in più punti, mostrando la schiena, massacrata e distrutta dalle cicatrici, alcune risalenti evidentemente a molto tempo prima, altre ancora tagli aperti e tuttora sanguinanti. Dovevano averla torturata. Il sadismo del capitano della Marylin verso i prigionieri era più che noto, e si poteva ben immaginare che trattamento particolare era stato riservato alla leggendaria Eagle. Cercò con lo sguardo le chiavi, che trovò attaccate ad un gancio. Si rivolse quindi ai mozzi della Sea Wolfe, osservandoli appena prima di porre loro una domanda. «Siete della Sea Wolfe? – Annuirono appena con la testa – Bene. Sono il Capitan Jack Sparrow, della Perla Nera. Siamo venuti a salvarvi, però abbiamo bisogno di una mano li fuori. Ci potete aiutare? » Gli disse, con tono deciso. Sapeva che con la decisione e la sicurezza avrebbe convinto ancora di più i pirati. «Aye capitano! » Dissero all’unisono, pronti di nuovo ad essere liberi, e ad essere pirati. «Bene. » Detto questo, Jack aprì le celle dove erano stati rinchiusi, mentre tutti i marinai liberati correvano a riprendere le armi, su un tavolo li vicino, per poi correre fuori urlando. Jack sapeva anche della bravura di quei pirati nel combattimento, perciò era sicuro che la battaglia avrebbe avuto un risvolto positivo. Una sola cella era rimasta chiusa. Aileen non sembrava essersi mossa minimamente, da quando Jack era entrato. Sparrow si avvicinò lentamente, aprendo la cella, lo scatto fece un eco sonoro nel corridoio ormai quasi vuoto. «Ma bene…» Jack si girò, trovandosi a poche decine di metri di distanza da Smith, che sorrideva falsamente, notando il lavoretto che Sparrow aveva compiuto. Si avvicinò a Smith, brandendo la spada. «Vigliacco. Sei scappato. » «Non è vero. Io ho solo tenuto fede a quella che è una delle più vecchie e nobili tradizioni dei pirati…- » «Zitto, codardo. » Lo interruppe Smith, attaccando Sparrow con la spada. Il combattimento interrotto prima riprese con un vigoroso cozzare delle spade di entrambi. Smith giocava in casa, e per questo non ci volle molto tempo a mettere Jack in difficoltà, poiché, conoscendo, giustamente, la sua nave, utilizzò l’ambiente a suo favore. Lo mise spalle al muro, facendogli volare via la spada, impedendogli di muoversi lateralmente. «Fine della corsa, Sparrow. » Allungò il braccio con uno scatto, così da poter finalmente uccidere quell’odioso e fin troppo leggendario capitano. Ma quel colpo non arrivò a segno. «Fine della corsa, Smith » Ringhiò Eagle, infilzando la sua spada nella schiena del capitano della Marylin, in corrispondenza del cuore. La spada di Smith, però, riuscì ad arrivare alla spalla del Capitano della Perla Nera, strappandogli un mugolio di dolore tra i denti. Smith cadde a terra, privo di vita. Aileen guardò su, incontrando lo sguardo di Jack. Questa volta non represse i brividi, anzi, sorrise, mentre si lasciava andare al freddo abisso dell’incoscienza. «Capitano! » Gibbs irruppe di colpo, con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. «Capitano! Abbiamo vint-…» Il resto gli morì sulle labbra, vedendo a terra due persone, di cui un il loro nemico, e, facendo scorrere lo sguardo, notò un Jack Sparrow con una spalla che sanguinava abbondantemente. «Dammi una mano, Gibbs. La portiamo fino alla Perla. » Gibbs annuì, mentre si apprestava a portare in braccio Aileen, alla fine facendo il lavoro da solo, notando come le condizioni del Capitano non fossero indifferenti. «Chi è questa ragazza? » Jack sorrise, tenendo una mano sulla spalla mentre avanzavano verso la sua cabina. «Questa, Gibbs, è Eagle. Ex Capitano in seconda della Sea Wolfe. »
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