Wait and please stay..., 19 capitoli+extra-finale!!

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icon11  view post Posted on 3/3/2008, 14:18




Ciao ragazze..Rieccomi..vi avevo promesso la fan fiction ed eccola qui..Questa volta l'autrice è rainbow ke però risulta assolutamente non rintracciabile poichè è stata censurata dal forum per aver scritto questa fan fiction senza scrivere nell'apposita sezione ke era a rating rosso..E vabbè..Iole farei solo un applauso x il suo capolavoro comunqueee...Eccola qui..Enjoy!..
1-I GIORNI DELL'ABBANDONO:
La ragazza bionda sul ponte sente il vento scompigliarle i capelli. Sembra non prestarvi molta attenzione.
Le onde si infrangono contro le pareti di legno della monumentale nave facendola oscillare. Sembra non prestarvi molta attenzione.
Il sole la acceca e la fa sudare sotto quella camicia bianca, maschile, un po’ troppo larga e con le maniche a sbuffo. Sembra non prestarvi molta attenzione.
Gli occhi castani rimangono fissi sulla linea dell’orizzonte nella vana ricerca di qualcosa, di qualcuno che non c’è. E che a quest’ora è a mille miglia lontano da lei.
Tutto qui. Una notte insieme su un’isola, lei che detiene il suo cuore, un dannatissimo ultimo bacio e poi…il Vuoto.
E poi il Capitano. Lui si limita ad annuire. Serio come mai lei lo ha visto. E quello cos’è?
E’ un sorriso di soddisfazione dipinto sul suo volto, mentre lo scopre a fissarla? O semplicemente una delle sue espressioni ironiche e canzonatorie, di quelle che annebbiano l’idea che ti sei fatta di lui.
Elizabeth rimane affacciata sul ponte. Il Capitano sembra intento a guidare il timone del suo nuovo gioiellino. L’ha presa in prestito qualche tempo fa a Tortuga. Una gran bella soddisfazione poter far la linguaccia a quegli antipatici della “Compagnia delle Indie”. Ma Jack non è intento a guidare il timone. Jack è intento a guidare il proprio sguardo verso una creatura bionda e piuttosto rompi scatole che osserva l’orizzonte affacciata dal ponte.
Ed Elizabeth non è intenta ad osservare il mare. Eppure i loro sguardi si sfiorano e come se nulla fossero ritornano al loro posto.
Elizabeth è piuttosto strana ultimamente. Forse Will le manca. Certo che le manca. Aspettarlo dieci anni non dev’essere una cosa facile. Eppure non demorde la Regina, come lui suole chiamarla, giusto per farla indispettire. Sono gli unici momenti in cui lei è tranquilla, in fondo. Sono gli unici in cui non pensa all’ormai Capitano dell’Olandese Volante. Dieci anni. Dura.
Ha lasciato un po’ tutti perplessi. Lei per prima.
E’ strano, ma in quel momento è l’unico che possa capirla.
In quanto a perplessità il Capitano Sparrow ne ha da vendere.
L’ultima scorpacciata di perplessità risale a qualche mese prima.
La Perla Nera che va a fuoco, la ciurma che si mette in salvo, lei.
“Tu sei un brav’uomo, Jack”
Un bacio.
La catena, l’albero della nave.
Addio Jack, lui vuole te non noi.
Pirata!
Il buio.
E poi ha anche avuto la faccia tosta di partire per I Confini Del Mondo e salvarlo!


“Capitano…Mrs Turner…”
“Cosa succede Mr Gibbs? Troppi segreti da troppo tempo, cos’è che mi state nascondendo tutti, eh?” Uuuh, il capitano sembra piuttosto arrabbiato. Si, anche paranoico. Ha paura di un ammutinamento che non c’è. O almeno non nel vero senso della parola.
“Mrs Turner sta poco bene. Pensiamo che lo sparo alla spalla dell’altra volta le abbia procurato un’infezione…”
“Elizabeth…” un sussurro e un’espressione che nessuno della ciurma ha mai visto passare sul viso di quell’uomo. Jack sembra essersene accorto. E quasi subito il suo tono da irriverente e quel modo ondeggiante con cui muove le mani servono a smorzare la tensione.
“Uh, beh, peggio per lei che con la sua solita irruenza da ragazzina si è messa in mezzo per salvare me…”
“Forse dovevo lasciare che te la prendessi tu quella pallottola…” Amareggiata, probabilmente ferita. Ed estremamente ironica, come si può ben vedere da quelle labbra dal disegno imperfetto, curvate in un sorrisino appena accennato.
E lei da dove diavolo è uscita? Non stava male???!!!
“Liz…”
Troppo tardi. Lei si è già voltata, diretta nelle sue stanze. O in chissà quale altra parte della nave.


2-RESTI JACKIE?
“La Regina qui sarà al sicuro Jackie…Lascia che si riprenda e ritornerà ad essere il miglior pirata di tutti i…”

“Grazie papà, gentile come al solito…”

“Uh, non c’è di che…Elizabeth!!”

Fa capolino Liz, timidamente. Nonostante il pallore dovuto alla convalescenza, nonostante il dolore per le perdite, nonostante le tante battaglie in mare la sua bellezza sembra intatta. Ed eterea come al solito. Anche con quegli abiti da pirata che tanto le donano.

“So che vai via…”

“Umh....Rimanere in un maniero sperduto tra i boschetti di un’isola in chissà quale mare non è una delle mie massime aspettativ…”

Un colpo di tosse rauco. Oh, il paparino non è d’accordo e manifesta il suo dissenso attraverso un misero colpo di tosse. Jack sposta le iridi scure da Liz al padre e dal padre alla ragazza.

“Beh, c’è da aggiungere che ultimamente ci si annoia in mare. Insomma, l’hai visto anche tu, cara, che per noi c’è ben poco da fare in questo momento…”

“Quindi resti?” inarca un sopracciglio la bionda. C’è sempre qualcosa sotto quando Jack cambia idea nel giro di dieci secondi. E questa dovrebbe essere una di quelle volte.

“Si, che resta. Ne abbiamo già parlato, vero Jackie?” Ecco, meno male che esistono i padri, a qualcosa servono in fondo.

“Jackie?!!”

Elizabeth ridacchia. Non è poi un nome così virile per un pirata, anzi, per una leggenda come Jack Sparrow.

“Elizabeth…vai, adesso…su…”Jack la spinge fuori, lei ancora ride ma lascia i due da soli.

“Oooh…Jackie…ahahhahahah”.

“Ottima scelta, figliuolo…”

“Si…speriamo guarisca presto. Non tollererei di averla tra i piedi e di sentirmi chiamare Jackie da quella vocina odiosa…”

“Ah, ah.”


3-PRIMI SINTOMI
Promontorio. Strapiombo sul mare. Tramonto. I raggi aranciati si riflettono sulla superficie dell’acqua conferendo al luogo un’atmosfera fatata, irreale. Loro, lì, sperduti, in un’isola non indicata nelle normali carte geografiche, soprattutto in quelle della Compagnia delle Indie.

Elizabeth è rannicchiata su un enorme masso di pietra, gli occhi nocciola fissi sull’orizzonte.

“Yo-ho, yo-ho! La spada, il corvo, il mar…”

“Non sono ancora passati dieci anni…Regina”. E’ Jack. Simpatico come al solito.

“Grazie per avermelo ricordato. So contare da sola, grazie.”

“Allora dovresti sapere che è ancora presto per piantarti qui ed attenderlo.”

“Jack…”. La ragazza cambia improvvisamente tono. “ Ti capita mai di sentirti stringere la gola in una morsa per qualcuno…che ami?”

“Elizabeth, io sono il Capitano Jack Sparrow, non la personificazione del sentimentalismo!”

“Figuriamoci”

“Liz, smettila di non-vivere. Vivi. Se fossi lui non lo sopporterei”

“Cosa?”

“Di vederti triste.”

La ragazza sorride. Uno dei sorrisi più belli e spontanei che Jack abbia mai visto. Si, è una rompi scatole a volte, proprio insopportabile ma…

“Lo sapevo che eri un brav’uomo…”. Si alza con lentezza, Liz e con altrettanta lentezza gli si avvicina. Uno sguardo. Un passo e la distanza tra loro è praticamente azzerata.

Jack si limita ad osservarla fissamente, trattenendo a stento un sospiro di sollievo quando la vede scuotere il capo amaramente ed allontanarsi.


4-PARLEY?
“Jack…ormai sono guarita, voglio ritornare in mare, dobbiamo combattere non nasconderci!”

“Regina…la spalla ti arreca ancora qualche problema, l’altra mattina sei svenuta e io non rischio doppio a tenere una donna a bordo, ferita per giunta!”

“Tu non rischi e basta, Jack. Preferisci nasconderti dietro alle cose, lasciarle passare…” La ragazza assottiglia lo sguardo su di lui agitando il braccio proprio come è solito fare il pirata.

“Rischio quando ne vale la pena”.

Lapidario. Crudele, forse. Un riferimento indiretto a ciò che è successo quel nefasto giorno sulla Perla Nera.

“Signorina Swann, ho abbandonato la Perla per te, non dimenticartelo!!!!”. I toni della discussione si fanno più accesi, l’ira è padrona della situazione così come la collera e il rancore negli occhi di entrambi.

“E chi te l’ha fatto fare, Jack. Ormai è troppo tardi per fare qualcosa per cui essere ammirato, ormai ti conosco abbastanza per poter dire quanto fallito tu sia!”

“Quando ho permesso a Will di vivere in eterno non sembra tu mi abbia bollato come un fallito, Miss Swann.”. Stranamente calmo. Tagliente.

“Io non sono Miss Swann. Sono MRS TURNER!”

“E lo sei rimasta grazie a me, SIGNORA.”

La prende per il braccio, con violenza, avvicinando il proprio volto al suo.

“Attenta, Signora Turner. Non vorrai ti metta in una situazione che possa comprometterti, no?”

Se fossero stati su una nave, lei come prigioniera, probabilmente avrebbe chiesto l’ausilio del Parley. Ma sono in un maniero, in una delle numerosissime stanze, vuote, immersi nella semi oscurità. E quel che è più pericoloso è che stanno rivangando il passato. E fa male ad entrambi, perché lui, probabilmente, ritornerebbe indietro per riviverlo quel momento. Nonostante il tutto comporti il Kraken e via dicendo. Ovviamente non glielo dice. Ovviamente la lascia andare via. Di nuovo.


5-ANCHE MENTIRE VUOL DIRE RISCHIARE.
“Hanno avvistato Barbossa con la Perla poco lontano da qui!

“E allora?”

“Regina…ma non lo capisci che abbiamo tantissime…e…altrettante remote possibilità di riavere la Perla?!”

“E’ tua la nave. Non mia.”

“Oh, Liz!Accidenti per colpa tua perdo la MIA nave e ora non vuoi neanche aiutarmi!”

“Oh, no Jack. Mi piacerebbe tanto, davvero ma…vedi…”Liz indica il proprio braccio destro, ancora non propriamente guarito. Finge di essere dispiaciuta, piegando le labbra nella tipica espressione della bambina capricciosa e dispettosa. “Non puoi rischiare di avere una donna a bordo, ferita per giunta…Sarebbe una tale maledizione!!!”.

“Oh, no Elizabeth. Io non rischio, ricordi?”. Jack si avvicina a lei, seduta su quell’enorme poltrona, la testa bionda poggiata all’enorme schienale ricoperto di velluto rosso porpora. Lei rizza il busto, mettendosi subito sull’attenti. Le palpebre sgranate per l’apprensione.

Jack le sfiora il mento con il dorso delle dita, percorrendo la linea sinuosa del suo collo e poi il profilo delle labbra, protese.

“O forse in questo momento, ti sembra io stia rischiando troppo?”

“Mmmh…”

Un mugolio, sommesso, che quasi stenta ad uscire dalle labbra della ragazza, troppo impegnata a tenergli testa che a godere del suo tocco sulla propria pelle.

“Quando ti riprenderai, ti trasformerò in una spadaccina modello.”.

La osserva, spia ogni minima sua reazione, rimanendo flesso sulle ginocchia, i loro visi alla stessa altezza. Nota anche l’espressione crucciata della ragazza, che corruga la fronte indispettita nel sentire quel commento provenire da Jack Sparrow.

“Uh, no, cara. Non che tu non sia brava con spada e pistola ma c’è tantissimo lavoro da fare. Quindi staremo qui, fino a quando non sarai veramente pronta.”

“E poi cosa succederà Jack?”

“Poi lasceremo l’isola. E se vuoi proseguirai per la tua strada…Maestà!”

Un inchino irriverente, un sorrisino ironico e poi ecco che si muove ancheggiante, verso la porta. Attore. Di prima categoria. Elizabeth è a dir poco prontissima per essere un vero pirata. E le spade. Non c’è nessuno che le maneggia meglio di lei. Ma la piccola non ha ancora capito che si rischia anche mentendo. E Jack lo ha appena fatto. Ha mentito. Ha rischiato.

Non le ha mica detto che gli altri pirati del consiglio la chiamano”La donna delle spade”.


FINE

Beh spero davvero ke vi sia piaciuta per ora..Questi erano solo i primi cinque capitoli poi vi posto gli altri..Non vi farò aspettare molto promexo..!!!XD..Baci..
 
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muccyaloveDepp
view post Posted on 3/3/2008, 14:45




woooooooow!!!
 
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Kaoru Rainey [Pirate Rackam]
view post Posted on 3/3/2008, 15:20




è scritta benissimo, sn rimasta a bocca aperta (per più di un motivo)..
ma xkè sempre Sparrabeth, sparrabeth, sparrabeth e ancora sparrabeth.. e per di più si devono ricordare momenti mooolto tristi che fanno uscire le lacrime!!! sooob...
 
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• H o l l y »
view post Posted on 3/3/2008, 15:33




che figata! un pò mainconica peròò,..ma cla da dove l'hai presa questa fic?
 
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•c l a•
view post Posted on 7/3/2008, 19:54




Rieccomi!Scusate se vi ho fatto aspettare un po' [tanto] di tempo...SorrySorrySorry..Cmq eccomi qua x postarvi altri 5 capitolozzi...così vi mando avanti la storia..Vorrei ripetere che nulla di tutto ciò è opera mia!Aaaah a proposito Holly ho trovato un sito meraviglioso dove c'era questa ff però non voglio togliervi il gusto della sorpresa e poi vi godrete di più il racconto se aspetterete per avere il seguito..O almeno credo..Boh ditemi voi..Se volete il sito ve lo posto senza nessun problema..Decidete voi..Ed ecco i cpt 6-7-8-9-10!!Enjoy!...

6-UNO SCAMBIO EQUO?!? [FLASHBACK]
Allora. E’ andata così. Ve la racconterò molto brevemente, non ho tutto il tempo del mondo, io. Accidenti, sono il Capitano Sparrow, eh!

Allora…dopo che William Turner è diventato capitato dell’Olandese, Barbossa, quel cane puzzolente e assolutamente sleale, si è ripreso la Perla.

Fin qui niente di strano, penso che le nostre battaglie per avere la MIA nave siano ormai una legge cosmica. Ecco perché lui non è mai morto, altrimenti chissà che sconvolgente scombussolamento della natura non avere più lotte tra me e lui. Ormai ci ho fatto l’abitudine. Ma io sono il Capitano Jack Sparrow e senza la MIA Perla non posso esserlo. Più o meno.

Ma non è questo il punto, ovviamente. Fin quando si trattava SOLO della Perla avrei anche potuto sopportarlo, in fin dei conti è solo una nave, lei non sente la mancanza di nessuno, lei ha bisogno di avere un Capitano, chiunque egli sia. Non è un essere umano in fondo, no?

E’ solo una nave…Ma Elizabeth…Lei non è solo la Regina del Consiglio. Lei è una ragazza, è ancora giovane, merita di vivere, di vivere veramente e non vivere per essere la preda di qualcun altro. O almeno dovrebbe essere così, no?

Bene. Barbossa, non contento ha rapito Elizabeth. Neanche una settimana dopo la dipartita dell’Olandese. L’ha rapita dalla nave su cui si trovava. E l’ha portata sulla Perla.



Dagli occhi di Lady Swann.

Vuole un amuleto, cosa sia in realtà e per cosa deve usarlo non è affar mio.

Sono qui da due giorni e spero che i messaggi che ho lanciato nella bottiglia siano stati recapitati da qualcuno. Spero. E spero anche che quel qualcuno venga a salvarmi.

Will è lontano. E lui, nonostante sia il più codardo e sleale dei pirati è la mia unica salvezza. Che poi non è tanto codardo, ha solo bisogno di una…spinta, ecco.

Insomma, Capitan Barbossa ha bisogno di un amuleto. Ma non ho ben capito chi ce l’abbia. E non ho ben capito perché io debba essere qui. Mi sento abbandonata da chiunque. La solitudine è terribile e forse è la prima volta che la sperimento in vita mia. E’ terribile, davvero. Mi sembra di non esistere perché in fondo è così, no? Neanche la mia autorità di Regina serve.



Non avrei mai pensato che quelle parole sarebbero uscite dalla mia maledettissima boccaccia.

Esattamente ho detto: Tieni pure la Perla. Dammi lei.

Tieni pure la Perla…Dammi lei.



Si, l’ho detto. E mai ho visto Barbossa mantenere la parola, senza che lui ci guadagnasse qualcosa.

Elizabeth era piuttosto sconvolta. Ancora più sconvolta quando, dopo aver “preso in prestito” una nave a Tortuga le ho proposto di unirsi a noi. Non lo so quanto io abbia sbagliato in questo. Molti sono i meriti e i demeriti del mio atto. E non nascondo che una sorta di secondo e sottilissimo fine lo abbia cercato nell’averla a bordo. Ma parlando con franchezza: mi piace averla lì. E’ una marcia in più e poi mi fa compagnia. Io, lei e Will abbia condiviso molto. E in fondo mi sono affezionato a questi due ragazzi, sono le uniche persone grazie alla quali sono diventato…migliore, in qualche modo.

Beh, il resto lo sapete.


7-PERCHè QUELL'AMULETO JACK?[FLASHBACK]
- Perchè quell’amuleto, Jack, mmmh?

Certo che la situazione non sia molto chiara ultimamente. E’ il mattino seguente a quello scambio, durante il quale Jack Sparrow è riuscito a mandare al diavolo la sua Perla per salvare la vita di qualcuno. Di certo non si aspetta che la questione finisca lì, purtroppo Barbossa non rinuncerà così facilmente. E quell’amuleto è troppo importante. Per entrambi.

Jack non sa se dirle la verità, oppure se mentire spudoratamente, cosa che sarebbe perfettamente consona al suo carattere.

“Ma la confessione mente e la menzogna confessa sempre…”

Mentire. Come sempre. Almeno sa come farlo.

- Lizzie, non ho la minima idea di cosa sia, l’amuleto…

Ha lo sguardo sfuggente il pirata. Ha mentito senza alcun ritegno è ovvio.

- Jack, cos’è quell’amuleto…

Appare spazientita Liz, come una mamma che cerca di far confessare il figlio colpevole di aver commesso una marachella. Poggia le mani ai fianchi, reclinando lateralmente il visetto da bambola, un mezzo sorriso le increspa le labbra lucide.

- Elizabeth quell’amuleto…

Sta provando a dire la verità. Ma è qualcosa che lo spaventa a tal punto da spingerlo a rifiutarsi di dirlo. E’ fin troppo…personale.

Beh, si tratta di una sorta di previsione, com’è che si dice…Una profezia, ecco.

Narra di due pirati, entrambi piuttosto potenti, entrambi piuttosto determinati, destinati a dividersi una nave dalle vele nere, fino a quando uno dei due non perirà alla luce della luna, ricoperto dalla sua ossessione: il mare. Ovviamente chi possiede l’amuleto ha una percentuale maggiore di cavarsela, perché se dovesse finire in mare i raggi della luna convergerebbero contro le cesellature dorate del medaglione e il pirata in questione sarebbe salvo. O almeno così si dice.

Ecco, ora come dirlo ad Elizabeth? Come spiegarle che questo è il segreto che tiene nascosto da anni, insieme a Barbossa? Come farle capire quanto tutto questo sia…spaventoso?

Lei lo osserva cocciuta e testarda come non mai. E’determinata a non mollare la Regina, e conoscendola, Jack sa che potrebbe andare avanti per giorni.

- E’ la chiave per aprire un forziere, Lizzie. Un forziere con un tesoro. Niente di più, niente di meno. Nessuna maledizione, nessun privilegio, niente di niente.

- Barbossa che va dietro ad un normale tesoro?

- Dopo aver rischiato la pellaccia un paio di volte, forse ha preso gusto a depredare come un misero e basso pirata!

- E per un misero e basso tesoro rapisce me, Jack? Non è che questo amuleto sia in tuo possesso, no?

- Dato che quello è un basso e misero tesoro, lui da basso e misero pirata qual è diventato, cerca l’avventura per illudersi che il suo tempo non stia volgendo al termine! E poi si sa…-piccola pausa, un sorriso smagliante e qualche passo per prendere tempo- Barbossa non resiste alla tentazione di immischiarci nelle sue vicende!

- Jack, ho l’impressione che ci sia molto di più…

- Oh, Lizzie…Lasciati dire una cosa…Tu sei una sognatrice. Ti piace l’idea che tutti i pirati siano leggende, che in fondo lottino per qualcosa di…nobile. Ebbene, lasciati dire che ci sono pirati della peggior specie, falliti, avari e ladri. Non tutti possono permettersi di essere leggende!

Questione chiusa. Almeno per qualche tempo la terrà buona. Almeno fino a quando quel qualcuno che cerca l’amuleto non si farà vivo di nuovo. E Jack sa che chi è in possesso della Perla può tutto…o quasi.


8-A BORDO [FLASHBACK]
Attraverso gli occhi di Lizzie…

La spalla sanguina e fa malissimo. Non l’ho detto agli altri a bordo, non mi va di essere un peso. Ultimamente mi sento solo un peso, qualcuno che viene guardato con pietà dagli altri, un peso per Will, un peso per Jack che ha barattato la Perla per me.

Di certo non gliel’ho chiesto. Magari si è sentito in dovere di farlo e ora ne risente, non mi stupirei.

Sono svenuta stanotte, vagabondavo per la nave e puf! Mi sono ritrovata a terra. Guardavo il cielo stellato e per un attimo ho pensato che mi sarebbe piaciuto essere lì e poter osservare tutto dall’alto come una divinità benevola che vive nella propria eternità.

E non pesa.

E non fa pietà.

Comunque mi sono rialzata prima che qualcuno della ciurma potesse accorgersene e sono sgattaiolata nella stiva e lì sono rimasta, risvegliandomi esausta la mattina dopo.



E Jack…

Parla poco, non mangia.

Mi preoccupa la ragazza e di sicuro ci guadagnerei di più a lasciarla da qualche parte, incurante del suo destino. Eppure…so che non è giusto, non è giusto. Lei è Lizzie. Devo occuparmi di lei.

Si è lasciata colpire da una pallottola per proteggermi. Mi ha detto che ora sta bene.

Ma non è vero.

Me l’ha detto Mr Gibbs.

L’ho raggiunta nella stiva e l’ho costretta a mostrarmi la ferita. E’ piuttosto seria. Le pregiudica liberi movimenti con il braccio e in queste condizioni fisiche e morali non può stare in nave, con noi.

Le ho bendato la ferita e poi ho ordinato alla ciurma di muoversi verso Sud. Andiamo dal Pirata Tigre! Andiamo al Fort Bliss. Nel Pacifico. Beh, non è nel Pacifico, in realtà non è in nessuno dei mari o oceani conosciuti.

Sarà una bella sorpresa per mio padre. E anche una grande soddisfazione potermi dire: Te l’avevo detto.

Riguardo a cosa?

Oh, che importa, lui si sbaglia…

Cioè…si sbaglia, altrochè.

Va bene, non sbaglia mai lui.


9-RIVELAZIONI
Strapiombo, di nuovo. Liz seduta, di nuovo. Jack la raggiunge, di nuovo.

- Rum? – offre con gentilezza, porgendole la bottiglia, stranamente poco impolverata.

Lei non risponde, si limita a sorridergli e a stringere le dita sottili e bianche attorno al collo della bottiglia, portandosela alle labbra e mandando giù una bella sorsata. Deglutisce rumorosamente. Chissà perché, ma non le è mai piaciuto il Rum. Eppure lo beve. La fa sentire…meglio? Ma no! Eppure lo beve come se cercasse qualcosa di forte per dare un senso a quelle giornate.

In realtà c’è qualcosa di forte a riempire quelle giornate ma lei sembra non accorgersene, o comunque si sente terribilmente in colpa che sia Sparrow a riempirle le giornate e non Will, o il suo ricordo.

Non vuole ammetterlo ma Jack è più complicato di quanto non dia a vedere.

Comunque non parla. Sta zitta e sorseggia il Rum, gli occhi piantati sull’orizzonte.

- Quell’amuleto…- Jack inizia con il suo racconto, osservandola di sottecchi, quasi fosse fatta di cristallo, facilmente distruggibile da una qualsiasi dichiarazione del pirata.

- Ti ascolto.

- Quell’amuleto è maledetto, Lizzie.

- Questo non è difficile da capire.

- Beh, in effetti. Ci siamo abituati entrambi…

- Continua.

- La maledizione riguarda me e Barbossa.

- Ah, siamo abituati anche a questo!

- Hai ragione.

- Continua.

- Uno di noi due rischia la vita. Categoricamente. Non si ritorna indietro. O me o lui.

- Neanche questa mi è nuova, Jack.

- C’è una profezia. Uno di noi due avrà la Perla, l’altro schiatta. Annega, durante l’alta marea.

- E a che servirebbe l’amuleto?

- A salvarmi.

- Perché?

- Perché si.

- Ce l’hai tu l’amuleto, vero?

- Non proprio…diciamo che so dove si trova…

- Perché Barbossa ha acconsentito a lasciarmi andare senza amuleto, Jack? Se tu sai dov’è…insomma lui non si sarebbe arreso così facilmente, no?

- Liz…lui crede che io non ce l’abbia!

- Capito.

- Già. Che intelligenza!

- Da non crederci.

- Liz…se Barbossa dovesse tentare di uccidermi, o meglio, di farmi annegare alla luce della luna…io avrei scampo sono con quel medaglione addosso. E lui automaticamente morirebbe.

- Ma se tu non dovessi averlo o il suddetto amuleto fosse in mano di Barbossa, tu…- si interrompe. Lo sa quello che succederebbe, ne è pienamente cosciente. E non le piace quello che potrebbe accadere. Non le piace per niente.

- Morirò, Liz, si, esatto. Anche se rinunciassi di mia spontanea volontà, cosa che è già successa, alla Perla Nera, io…o lui, insomma noi…saremmo spinti dal destino in una tale situazione tanto da non poter fare altro che sperare che uno dei due muoia.

- Jack…

- Si?

- Ci sono io qui…- Gli stringe la mano con la sua. Gli rivolge un sorriso. Un sorriso di incoraggiamento.

- Grazie, Liz.- Jack si alza.

- Jack…dov’è l’amuleto?

Il Capitano si volta. Le sorride amaramente. L’amuleto è…

- Molto più vicino di quanto tu pensi…

Ammicca. E se ne va.

Ah, se solo lei sapesse…

- Jack…

- Cosa c’è ancora?

- Mi sento in colpa.

Rimane perplesso Sparrow, si stringe nelle spalle. Questa dichiarazione proprio non vuole capirla.

- Will comincia a non mancarmi più.

- Si che ti manca…

- No.

- E’ uno dei tanti modi per disfarsi del suo ricordo. Per non soffrire, Lizzie. E’…così, no?

- No, Jack. Mi sento solo in colpa…

- E perché mai?! Lo tradisci, forse? Pensi ad un altro? Lizzie…tu non sei come le donne che io ho conosciuto a Tortuga, o a Singapore!

- Forse che si.

- O forse che no. Smettila.

- Non contraddirmi.

- Non provocarmi.

Di nuovo vicini. Sorridono però. Elizabeth lo guarda torva, ma…scherza. Si, insomma, meglio per lei, e soprattutto per Jack che sia tutto uno scherzo.

- Non sembri quello che si direbbe un brav’uomo ora.

- Non lo sono.

- …

- Altrimenti non sarei qui.


10-LA CHITARRA
Non toccarla. Resisti alla tentazione, Jack. A lui non piacerebbe e anche per te potrebbe essere molto spiacevole. Cosa c’è più spiacevole della morte, eh?

La chitarra giace lì, abbandonata su quella poltrona. Nessuno se ne cura e nessuno tranne Sparrow padre e Sparrow figlio, sa cosa significhi veramente. Una maledizione, una profezia.

Non dev’essere rilassante per lui suonare il destino di suo figlio. E neanche Barbossa lo sa. Per fortuna.

E neanche Liz. Anche meglio.

Jack guarda quella chitarra. Bellissima, mogano. Manico esile, slanciato, corde intatte. Decorazione a dir poco superbe. E l’amuleto è perfettamente incastonato nel retro, dipinto e camuffato. Sospira il pirata. Quando finirà tutto questo?

Liz è dietro di lui. Osserva le sue spalle, la linea delle braccia, i lunghi capelli castani che gli carezzano le spalle. E poi i suoi occhi cadono sulla chitarra. Con movimenti fluidi, aggraziati si avvicina alla poltrona, prende la chitarra dal manico, si accomoda sulla poltrona e poggia lo strumento sopra di se.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Tuo padre non vuole che tu la tocchi.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->E chi te l’ha detto, Lizzie?

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Lui. Mi ha promesso che mi insegnerà a suonarla, un giorno.

Pizzica lentamente le corde, lasciva, delicata, il capo abbandonato contro la spalliera enorme. Così accoccolata tra note musicali che ancora non comprende e i suoi sogni rotti i cui frantumi vagano insieme alle note, cercando di fondersi con esse ed essere almeno in parte…completi.

Una vita racchiusa in quel gesto, quel pizzicare di corde, una vita in quel malinconico sorriso, una vita in quel corpicino esile e perfetto, quel viso da bambola e quei lunghi capelli dorati.

E’ strano quanto possano essere forti le corrispondenze tra le memorie e i ricordi di una ragazza e un semplice strumento musicale, che, lei non lo sa ancora, ma salverà la vita a Jack. O almeno si spera.

Pizzica le corde, un guizzo nel cuore, un ricordo, Will.

Un altro suono timido riempie il silenzio si aggrappa al pulviscolo, al tempo che vive in quella stanza, un altro ricordo, suo padre.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Lui…ti ha dato il permesso di usarla…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Si. Mi ha detto che è importante che io sappia usarla.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->E non ti chiedi il perché?

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->No. Lo faccio e basta. Mi piace questo strumento.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Perché?

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Perché mi trasforma in suono.

Jack annuisce e sorride stranamente dolce. Nessuna traccia di ironia in volto. Solo pienamente consapevole di ciò che la ragazza ha appena dichiarato.

Anche lui è un suono in realtà.

La stonatura del destino che ha voluto che quella chitarra racchiuda la vita.

Sospira stancamente. Si accoccola ai piedi della poltrona dove la Regina ha preso posto. Poggia lentamente il capo contro il bracciolo.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Suona qualcosa…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Ma io…non ne sono in grado…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Si, invece. Quella chitarra suona da sola, ha solo bisogno di una mano. E quella mano è la tua.



Bene ho finito!Alluuuura..fatemi sapere cosa ne pensate!....Bacioni!..
 
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muccyaloveDepp
view post Posted on 7/3/2008, 20:18




uaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!bellissima,la rowling è una nullità in confronto a te!!!!!continua continua!!!ormai qst fff è una droga x me!!!!continuaaaaaaaaaaaaaa
 
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• H o l l y »
view post Posted on 7/3/2008, 20:36




che bella...è così..onirica e soffice...
 
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•c l a•
view post Posted on 8/3/2008, 13:56




Felicissima che gradiate!Cmq oggi vi posto gli altri 5 capitoli!Baci...
 
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• H o l l y »
view post Posted on 9/3/2008, 09:36




siiiiiiiiii
 
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muccyaloveDepp
view post Posted on 9/3/2008, 11:51




vaiiiiiiiiii!!!!siamo impazientissime!
 
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•c l a•
view post Posted on 9/3/2008, 14:30




Ciao ragazze scusate se ieri non sono riuscite a postare ma ho dovuto risolvere un problema importante...Cmq..Riekkomi! ^_^ ^_^ E ora continuo..La storia s'infittisce....Enjoy!..

11-TOUCHè
“Elizabeth, più gioco di gambe, forza…”

“Sparrow, attento o ti infilzo il cappello con questa!”

Ah! Touché. Lui è al muro, lei gli avvicina pericolosamente la punta della spada al volto. Furba. Sleale, proprio come un pirata dev’essere.

“Pirata!”

“L’ultima volta che l’hai detto sei finito dritto nello stomaco del Kraken, Jack.”

“Oh, e non solo. L’ultima volta che l’ho detto è successo questo.”

Si stacca dal muro, con movimenti scattanti e agili. In poco tempo la Regina si ritrova tra il corpo del pirata e il muro. L’espressione confusa, vagamente perplessa, smarrita, probabilmente. Di certo una cosa del genere non se la sarebbe mai aspettata da “Io-Scappo-che-è-meglio”.

Rimane immobile, paralizzata eppure quel briciolo di orgoglio permane ancora in lei, che mantiene lo sguardo ancorato a quello di Sparrow. E’ un attimo. Lui si avvicina, le loro labbra si incontrano e si incastrano perfettamente. Le lingue si cercano per poi incontrarsi ed intraprendere quella tanto agognata danza. Le dita di Elizabeth si allentano sul manico della spada che cade con un tonfo sordo sul pavimento, così come quella di Jack. L’intreccio delle lingue è accompagnato da quello delle mani e dei corpi perfettamente aderenti l’uno all’altro.

Le dita si avvinghiano, il braccio destro della ragazza si avvolge alle spalle di lui e i piccoli e minuti seni fanno sentire la loro pressione contro il petto di lui, anche attraverso quella camicetta bianca, decisamente maschile e fin troppo larga.

I corpi vengono percossi da brividi e le lingue ancora non si staccano.

“Jaaaaaaackieeeeeeee…”

Il padre di Jack che lo chiama. Ma lui non accenna minimamente a staccarsi da Lizzie che dal canto suo prosegue in quella battaglia di saliva e lingue e labbra.

“Jackie…” Attenti. Lui è dietro l’angolo. Si avvicina.

Si staccano repentinamente, proprio nel momento in cui Sparrow il vecchio, come suole chiamarlo Elizabeth, svolta l’angolo.

Piuttosto veloci da non farsi scoprire. Ma non altrettanto bravi nel fingere che niente sia successo, in modo da non far sorgere dubbi in chi li osserva.

“Gli allenamenti procedono bene, Mrs Turner?”. Quasi la chiama così, in modo da far ricordare a quel mascalzone di suo figlio di lasciare intatto l’onore della loro Regina.

“Benissimo, grazie…”. Liz è boccheggiante, frastornata, tiene il capo chino e subito dopo raccoglie la spada, insieme a quella di Jack, porgendogliela.

“Adesso se permetti, noi due dobbiamo continuare!”

Irriverente come al solito. La prende per un braccio e la trascina via.

Scappano ridacchiando come due ragazzini, le loro mani restano incrociate e così arrivano alla stalla. Odore di fieno, di bagnato e di…calore.

Conservano le loro spade nella rispettiva guaina, legata alla cintura e saltano in groppa a due splendidi purosangue. Reguas, nero. Shan, marrone e ambrato.

Escono dalla stalla, lei su Reguas, lui su Shan. Ridono ancora. Forse in questo momento la Regina non pensa minimamente all’Olandese Volante e al suo capitano. E’ uno di quei momenti in cui ti sembra davvero di essere felice. Ti senti leggero e la contentezza è tale che ti sembra di poter fare qualsiasi cosa. E tutto ciò che hai temuto in precedenza ti sembra una grandissima sciocchezza.

Ecco, questi sono momenti rari. E sono altrettanto rari questi momenti vissuti con la consapevolezza che li stai vivendo.

Li apprezzi di più dopo. Li apprezzi di più in ogni caso, perché queste piccole faville nella notte della nostra vita sono…la vita stessa. L’unico combattimento contro il dolore e la malinconia.

La malinconia è una bruttissima nemica. E’ subdola. E’ come un serpente d’aria che ti avvolge nelle sue spirali, con lentezza, delicatezza, tanto che all’inizio ti piace la sua morsa. E poi…ti svuota. Anzi, è talmente potente che ti riempie del vuoto che è tutto attorno a noi.

Elizabeth stava vivendo una favilla nella sua vita. E ancora non lo capiva. La felicità l’aveva soltanto sfiorata, tanto da non permetterle di riconoscerla di primo acchitto.

Si fermano solo quando giungono nella parte più inesplorata del bosco. Una sorta di radura, l’aria sembra avere il colore delle foglie, verde e leggera nonostante nel cielo che li sovrasta ci siano nuvole cariche di pioggia. Le risate sono diventate sorrisi. E ora c’è anche un po’ di imbarazzo, ma solo un po’, quel che basta per non guastare quel momento che li ha travolti con naturalezza, spontaneità quasi primordiale.

Scendono dai cavalli e rimangono ad osservarsi intorno. Elizabeth raccoglie un mucchietto di terra e come si fa con una palla di neve lo tira addosso al pirata.

Egli sta per rispondere all’affronto ma un tuono piuttosto forte interrompe le sue intenzioni.

“Forse è meglio ritornare…”. Delicata la voce di lei mentre si finge crucciata nell’osservare il cielo.

“Umh, sta per piovere…”.

“Ritorniamo.”. Prende le briglie di Reguas, camminando accanto all’animale con quell’espressione indecifrabile. Sai quando non sai se sorridere o se sospirare, perché la scena che hai in mente fa guizzare il tuo cuore come un pesce. E sorridi perché la tua mente è invasa da quello che è appena successo o quello che vorresti accadesse ma…ti fai troppi scrupoli e preferisci sognare.

“Aspetta…”. La tiene per un polso, con delicatezza. Con un sussurro la richiama a se. Sembra una voce fatta di pioggia. Pioggia come quella che ora cade forte. Ma ti piace perché non c’è il vento ad infastidirti. E ti senti di nuovo leggero e ti viene da urlare perché è…bellissimo.

Si arresta di colpo, Liz. E si irrigidisce. Ma è un attimo, solo uno. Perché non smette mai di coglierla di sorpresa.

Jack la tira a se, le porta una mano dietro la nuca e lascia che il contatto tra le loro labbra avvenga di nuovo.

Stavolta è tutto diverso. Elizabeth gli cinge le spalle con più forza, gli posa una mano sulla guancia, lui le carezza il collo, la pelle morbida imperlata da gocce pure e bianche, che scendono e li bagnano.

Il tempo svanisce. La dimensione è tutta racchiusa in quell’abbraccio che esita a concludersi anche dopo che i cavalli manifestano qualche fastidio e la pioggia sferza i loro visi più violentemente.

“Ora si che possiamo ritornare…”. Sentenzia Sparrow.


12-ALL'ATTACCO!
“Dove diavolo siete stati?!!!”

Sparrow il vecchio è piuttosto adirato. Jack ed Elizabeth sono appena rientrati e non appena varcata la soglia ecco quel rimprovero ad accoglierli.

“Voi ve la spassate e qui perdiamo due uomini!!!”

Un’accusa. Fondata. Più che fondata. Elizabeth osserva il pirata con aria colpevole, un cenno di complicità e lentamente si rintana nelle sue stanze, superando così il Pirata Tigre.

- Cosa diavolo hai in mente, Jack?

- Io non ho niente in mente, papà

Ironico e dissacrante come al solito. Eppure lui dovrebbe conoscerlo bene, dovrebbe saperlo che rischia grosso e il tempo passato in quell’isola potrebbe racchiudere gli ultimi attimi della sua vita.

- Lei non c’entra niente con tutto questo, Jackie, non metterla in mezzo

- Oh no! Sei stato tu a immischiarla in tutto questo casino, papà, dandole la chitarra hai messo a rischio anche lei!!!

- Ma non capisci? Non sapendo del medaglione lei è in grado di proteggerlo. Non sapendo che è lì che è nascosto lei è l’unica a poterlo proteggere!!!

- Non credo che ora sia in grado di farlo.

Gli occhi profondi e scuri di Jack si spostano verso il vano della porta. Vuoto e aria riempiti ora dalla figura sottile della ragazza che li fissa immobile ad occhi sbarrati. Non proferisce parola, pietrificata da ciò che ha appena appreso.

- Elizabeth…

Sparrow il vecchio tenta di fornirle una spiegazione, balbetta, per la prima volta perde il suo controllo e la sua faccia tosta.

- Liz…quello che non ti ho detto…

- Zitto figliuolo…

- NO! Non stavolta.

- Ma cosa sta succed…

- Elizabeth non ascoltarlo

- Lasciaci soli.

- Ma Jackie…

- LASCIACI SOLI.

Sono soli. Si osservano, si studiano, eseguono lenti passi per la stanza, misurando il peso dei loro corpi contro il pavimento in legno che scricchiola appena sotto di loro. Percorrono un invisibile cerchio, uno da una parte, una dall’altra. Niente è quello che sembra. Niente è mai del tutto vero con Jack Sparrow.

Liz sente montare la rabbia dentro di se, le labbra serrate, la mascella contratta, il corpo ridotto ad un fascio di nervi. Sguardi e silenzi. Silenzi che parlano. Assordano e feriscono.

- Cosa c’entro io in tutta questa storia Sparrow?!!!

E’ adirata, è più vicina. E con dispetto ed enorme delusione lo chiama per cognome, sillabandone le lettere.

- Ci sei anche tu nella profezia…

- Co…cos..Cosa???!!!

Jack tossisce, chinando appena il capo con i tratti del viso distorti in una smorfia contrita.

- Sei protagonista della profezia quanto me e Barbossa, Liz…

- Non…non è vero, non può essere…- scuote il capo, tremante di rabbia e di stupore.

- Sei tu che salverai uno di noi.

Troppe implicazioni. Troppe sconvolgenti notizie. Scuote il capo ancora incredula, indietreggiando pian piano, andando poi a poggiarsi stancamente contro il muro, lo sguardo perso scruta oltre la finestra, oltre la linea dell’orizzonte ben visibile attraverso gli alberi e oltre il mare.

- Liz…

- Vattene…

- Dovevi saperl…

- DOVEVI DIRMELO PRIMA, JACK. PRIMA!!!!

Si stacca dal muro repentinamente, dandosi una spinta con le spalle. Un ultimo sdegnoso guardo e le ultime parole. Ferite, sanguinanti.

- Porterò a compimento la profezia, Jack. Costi quel che costi.

- Un’incantevole minaccia Liz…

Nessuna risposta. Scuote il capo, la bionda. E va via sbattendo la porta.

“JAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACK…Aiut…”

Un urlo. Una richiesta d’aiuto smorzata, probabilmente dalla mano di qualcuno della ciurma del Capitan Barbossa che si chiude stretta attorno alla bocca della ragazza.

Jack percorre la stanza quasi correndo, aprendo la porta con slancio, lasciandola sbattere violentemente contro il muro e poi ondeggiare fino a quando non si ferma del tutto. Il corridoio è vuoto e immerso nella semioscurità. Soltanto la luce che filtra dalle porte aperte delle stanze permette al pirata di muoversi con abilità. Le iridi scure scrutano ovunque con attenzione, il cuore palpita, la mente è ben lucida. Che la battaglia abbia inizio, dunque!

Un passo dopo l’altro, gli stivali di cuoio macinano terreno fin quando non si arrestano.

Uno sparuto gruppo della ciurma tiene ferma Elizabeth, le labbra della ragazza chiuse da una benda sudicia, lo sguardo vibrante, infuocato. Si dimena ma loro la tengono stretta e ridacchiano soddisfatti nell’osservare l’atteggiamento di Capitan Jack Sparrow, così…arreso.

“Signori…non avete idea di quanto poco conveniente sia per voi, prenderla…” Un gesto appena accennato ad indicare Elizabeth.

Neanche il tempo di ribattere che Sparrow tira fuori le pistole.

Colpisce uno degli uomini di Barbossa a un braccio e in fronte quello che tiene stretto la ragazza.

“Jack, potevi prendere me!”

“Ma evidentemente non l’ho fatto…”

C’è confusione, tutti corrono ovunque, il Pirata Tigre tiene a bada il resto della ciurma, di sotto. Altri invece duellano per le scale, o in corridoio, o nelle stanze. Confusione e sangue. Ovunque.

Liz si divincola ancora una volta da quel gruppetto che è diventato meno compatto, preso di sorpresa dalla morte di uno di loro. Osservano Jack titubanti, lui sorride e fa loro un accenno ironico, prende Lizzie per mano e via, corrono agili e veloci lungo il corridoio, spingendo il lungo tappeto verso coloro che li inseguono. Qualcuno scivola contro di esso, altri resistono.

“A destra, Liz!”

Una mano si allunga verso i capelli di Elizabeth, ne afferra alcuni ciuffi biondi.

La porta si apre, la porta si richiude e quella mano rimane solo con qualche ciuffo arruffato.

Jack chiude la porta a chiave e con passi decisi, sguardo determinato si avvia verso la parete sinistra, tastandola con accuratezza.

- Dove diavolo…?!!

- Jack, ma cosa fai?- Liz si guarda stordita intorno, premendo la schiena contro la porta, scossa dai ripetuti spintoni di coloro che rimangono fuori.

- Eccolo!

Un’esclamazione e la parete si apre. Gli occhi di Jack brillano, si volta verso di lei e muovendo appena l’indice la esorta a seguirlo.

Muffa, freddo, umidità e una ripida e stretta scalinata.

- Sono i sotterranei…

- Pieni di armi, spero…

- Nessuno entra qui da anni, quindi spero che quel milione di pistole che mio padre ha conservato sia utilizzabile.

- Un…milione?

- Tesoro…Io sono una leggenda, ma mio padre non è da meno!

Si blocca sulle scale Jack, voltando il viso lateralmente in modo da incontrare quello della ragazza.

Lo sguardo si posa su quelle labbra piegate in una smorfia di perplessità e preoccupazione.

- Ce la siamo sempre cavata…Lizzie…Non vedo dove sia il problema, ora…

- Non possiamo andare avanti cavandocela, Jack.

Nessuna risposta. L’immensità dei sotterranei si schiude davanti a loro: buio. O luce fioca, fa lo stesso. Armi ammassate alle pareti, ritratti, quadri, sculture di marmo pregiatissimo, tappeti, tendaggi, sparsi alla rinfusa.

- Ma…queste non sono cose che appartengono ad un pirata…

Liz tocca appena il mento di un mezzobusto in bronzo, poi una tenda in velluto rosso riversa sulla spalliera di una poltrona.

- Elizabeth…secondo te perché chiamano noi del consiglio pirati nobili?

Stupore.

- Ecco…qui ci sono le spade…- sfiora le lame con attenzione, il pirata, ne sonda il profilo.

- Perfette…

- Si…Milady…

E poi ancheggia verso un enorme baule sigillato con un lucchetto. Con espressione lievemente spazientita estrae la pistola dalla fondina e bang! Un colpo secco e il lucchetto salta.

- Vedi, Lizzie? Ci sono altri 10 o 15 bauli pieni fino all’orlo di pistole e fucili…

La ragazza si avvicina con lentezza e timida sbircia, osservando quella schiera di armi che si profila davanti a lei, ma i suoi occhi nocciola si spostano su Jack che getta disordinatamente alcuni di essi su di un tavolo ingombro di vasi e oggetti.

In silenzio controlla che ogni fucile, che ogni pistola siano carichi. Vi soffia all’interno, poi li punta verso un qualcosa e finge di premere il grilletto.

- Tieni…

- No, io prendo questo…

- No, tu prendi la pistola, è più leggera.

- No, io prendo il fucile

- No!

- Si!

- No!

- Si!

Si contendono l’arma per qualche momento. Jack tira verso di se Elizabeth attraverso il manico del fucile per cui stanno litigando, Liz fa lo stesso. Nessuno dei due molla la presa.

- Lizzie…mollala!

- Neanche per sogno, Capitan Sparrow.

- Bene!

- Bene!

Jack allenta la presa, Liz sta per tirare e subisce uno slancio all’indietro che potrebbe farla cadere.

Jack è più veloce, le afferra il polso e nello stesso momento getta per terra il fucile. Fulmineamente Liz si ritrova contro il petto del pirata. Uno sguardo stupefatto, ancora confuso per la rapidità dei movimenti di lui, la testa le gira: una vertigine.

Entrambi i loro sguardi scivolano fugacemente sulle loro labbra.

Nessuna parola, nessuna anticipazione. Liz prende il viso di Jack tra le mani, lo spinge verso di se e preme violentemente le proprie labbra contro le sue. In risposta l’uomo la stringe per i fianchi, schiudendo le labbra e lasciando che la sua lingua incontri la gemella.

I respiri si fanno più pesanti, i sospiri riempiono il silenzio della stanza. Le labbra si accarezzano ancora per un po’, il loro dolce movimento interrotto da un rumore improvviso.

“Bene, bene…”

E’ Barbossa. Sorride compiaciuto. Soddisfatto nell’aver trovato il punto debole dei due. A parte l’amuleto. A parte William Turner.

I due rimangono pietrificati, le palpebre sgranate, il respiro mozzato dalla sorpresa.

E’ Liz a prendere la situazione in mano. Afferra una pistola dal tavolo, preme il grilletto, senza però prendere la mira e spara. Sotto a chi tocca…

Il gesto basta per confonderli. Subito il silenzio viene sostituito da un’accozzaglia di voci, sibili, mugolii di perplessità

E poi entrambi impugnano le spade. E anche le pistole. Entrambi hanno una pistola in una mano e una spada nell’altra.

Si fanno avanti e il combattimento ha inizio. Rumori si lame che si sfiorano, di pallottole che partono, gemiti, urla, rumore di passi in corsa, Jack che sale su un tavolo, la sua spada che non lascia mai quella di Barbossa, Liz combatte tra due gruppi di pirati, convinti di poter soggiogare una “così delicata creatura”.

Il gruppo di combattenti si sposta pian piano. Elizabeth e Jack salgono i ripidi scalini a ritroso, uscendo dal nascondiglio e ritrovandosi in corridoio. Nessuno dei due si arrende, le loro spade continuano a fendere l’aria o a incontrare con violenza quelle altrui.

Gli occhi di Barbossa si posano sul collo della ragazza. Un piccolo ciondolo, di marmo bianco. Ridacchia. I combattimenti si interrompono.

- Stupido da parte tua, Jack, affidare a lei l’amuleto…

Sparrow deglutisce in risposta, fissando Elizabeth, sperando che lei capisca. Lei capisce. Annuisce impercettibilmente e si finge spaventata.

- Questo ora è mio!

- No Barbossa!

Liz socchiude gli occhi. Contrita, sconfitta. Nel frattempo l’acerrimo nemico di Jack Sparrow allunga la mano verso di lei, staccandole con forza quel ciondolo, che egli crede sia l’amuleto.

- Andiamo. Qui ormai non abbiamo più nulla da fare. Ti aspetto in mare…Sparrow…

- Mrs Turner…se mai dovessi vedere L’Olandese da qui ai prossimi dieci anni, preparò il Capitano a quello che troverà sulla terra ferma!!!

Liz rimane a capo chino, respirando appena, stringe le labbra in un debole tentativo di non piangere.

Jack rimane immobile, lascia andar via Barbossa e la sua ciurma e solo dopo qualche minuto si permette di tirare un sospiro di sollievo.

- Crede che quello sia l’amuleto…

- Lo so, Lizzie.

Tengono il viso chinato, non si guardano. Il le ultime parole di Barbossa riguardanti Will hanno segnato entrambi.

- Vado in camera mia…

- Liz…

- No, Jack…Lasciami sola…


13-TI SALVERò..
E’ l’alba. Nessuno ha dormito stanotte alla fortezza. Jack è rimasto ad osservare la chitarra di suo padre, senza avere il coraggio di suonarla.

Sembra aver perso valore da quando lei ne ha sfiorato le corde. Non hanno più parlato della profezia, Lizzie non è pronta ad essere la guardiana della “vita” dei due antagonisti. Eppure lei è l’unica che può salvare uno dei due, indiscriminatamente, ma, almeno questo, potrebbe essere un punto a favore del Capitano legittimo della Perla. Cioè Jack.

- Quindi…il mio compito consiste nel sorvegliarla…

E’ Elizabeth. Movimenti lenti, stanchi, appesantiti dalla battaglia della sera precedente. Si siede accanto al pirata, le mani sulle ginocchia, la schiena appena piegata in avanti, i capelli arruffati, i vestiti sporchi.

- Già…

Solo un sibilo in risposta, un sibilo di gratitudine. Ha deciso di adempiere al suo compito, la Regina del Consiglio.

- Liz…Tu…

- Ti salverò.

- Perché…Cioè, il tuo giudizio sarebbe di parte e in ogni caso non abbiamo alcuna possibilità di prevedere come andranno le cose.

- Jack, io salverò te. Altrimenti i miei sensi di colpa sarebbero inutili.

- Grazie, Liz.

- Non chiedermi grazie. Ti salverei solo per sentirmi meno…

- Mi salverai perché tu sei una brava ragazza…lo so, questo.

Ilare e ironico. Liz ridacchia allegra.

- Oh, no…Jackie…tu sei il brav’uomo della situazione!

- Non ci contare, tesoro…

Ammicca flebilmente, si alza donandole un’ultima occhiata e poi abbandona la stanza.

Lei…ha così tanto potere…sarebbe perfettamente in grado di salvarlo. Ma ciò che lo preoccupa è che la profezia non parla di alcun sentimento neanche largamente collegato con…l’amore?!

__________________



Più tardi Liz è in camera sua. Accovacciata contro il cuscino, piegata in posizione fetale, osserva l’oscurità della camera. Si costringe a non pensare e l’unico modo per non farlo è permettere ai suoi occhi di sforzarsi di seguire i contorni delle cose anche al buio.

Uno spiraglio di luce, proveniente dal corridoio irrompe nella stanza, turbando solo una striscia scura, là dentro. La figura di Jack appare nel vano. Non ha il cappello e neanche la bandana. I suoi lunghi capelli castani solo stranamente lucidi, raccolti in una morbida coda.

- Lo so che non dormi…

- Non ci riesco

- So anche questo…

La porta si richiude alle spalle dell’uomo che cautamente avanza verso il letto, sedendosi infine lungo il bordo di esso.

- La profezia non dice nient’altro?

- Riguardo a..?

- Riguardo a me.

- Dipende da cosa tu vuoi sapere…

- Non dice nient’altro riguardo a me e a te, Jack?

Non risponde. Il pirata ha qualche problema a rispondere a cuore aperto a domande di questo tipo. Lei riesce sempre a spiazzarlo. E lui si sente estremamente debole.

Le lancia uno sguardo intenso, le labbra dal disegno perfetto piegato in un sorriso quasi evanescente, come se da un momento all’altro sfiorando quelle labbra quella piega, simile ad un sorriso, potesse dissolversi in una nuvoletta bianca.

Reclina in avanti il busto verso di lei, sfidandola silenziosamente, poi riprende.

- Tu vuoi che dica qualcosa di noi?

- Io voglio saperlo.

- E se la risposta dovesse essere affermativa?

- Allora dovrei solo fare i conti con essa.

- Io non faccio mai i conti con la profezia. Perché…quello che ultimamente è successo…Insomma io l’ho voluto. Non è stata la profezia a determinarlo.

- La profezia non parla di me e te, vero?

- No.

- Sarebbe stata un’ottima scusante.

- Hai bisogno di una giustificazione, Liz?

- Ho solo paura.

- Non averne…

I loro visi si avvicinano, le loro labbra si toccano. Un bacio dolce, estremamente lento. Le sfiora il viso con le dita, sposta la carezza verso l’orecchio, sui capelli, poi si allunga su di lei.

E la notte trascorre veloce, troppo veloce.

Elizabeth non lo sa, ma lei lo ha già salvato


14-NON CI CREDERETE MA...
E’ mattina. Liz può sentire il suo calore contro la sua pelle nuda, coperta appena dal lenzuolo bianco.

Apre lentamente le palpebre, sbattendole con lentezza, come se i suoi occhi abbiano bisogno di abituarsi alla scena. Volge il viso verso il posto del letto occupato da Jack. Lui la guarda, sorride in silenzio.

- Credevo stessi sognando una luuuunga cascata di rum…

- Chissà…se dovesse esistere penso andrei a scoprirla.

- Potrei accompagnarti…

- Allora non avrei bisogno del rum.

Le sposta alcune ciocche bionde dal volto, poggia la sua mano sulla sua guancia e poi piano l’attira a se, baciandola fugacemente. Un bacio leggero come un soffio.

Toc, toc.

- Elizabeth…posso entrare?

- Mio…padre?- Jack deglutisce osservando alquanto perplesso la porta che di lì a poco potrebbe aprirsi rivelando gli avvenimenti notturni.

- Vado io…

Elizabeth si alza di scatto, avvolgendosi in una vecchia vestaglia poggiata sulla poltrona. La sistema frettolosamente e subito dopo si fionda verso la porta, aprendone solo uno spiraglio, quanto basta per vedere il viso di Sparrow il vecchio, quanto basta per impedirgli di vedere suo figlio a letto.

- Cosa…succede?

Si finge addormentata, strofinandosi gli occhi da perfetta attrice. Jack sorride. Se lui è un brav’uomo lei è un pirata a tutti gli effetti, senza alcuna ombra di dubbio.

- C’è una bellissima notizia!

- Mmmh, quale sarebbe?- In effetti il Pirata Tigre appare piuttosto allegro, forse soddisfatto di poter dare una piacevolissima notizia alla ragazza, nonostante ella appaia distante. Forse non immagina neanche la portata di ciò che egli le dirà.

- L’Olandese! Si avvicina!

L’Olandese…

Will…

Suo padre…

Elizabeth non respira più. Rimane pietrificata, lo sguardo che ora scappa da quello dell’uomo. Deglutisce con estenuante lentezza, rimanendo poggiata al profilo della porta, facendosi forza.

Jack si mette a sedere sul letto. Rizza le orecchie nel sentire quelle parole. Rimane silenzioso, pensoso, una ruga gli solca la fronte.

- Will…

La ragazza ha solo il coraggio di sussurrare quel nome. Credeva che egli fosse l’unica cosa a cui aggrapparsi, e invece... Il flusso continuo e corroborante dei suoi pensieri viene interrotto da un’ennesima e spinosa frase, che alle orecchie della ragazza suona come una domanda.

- Dov’è Jack?

- Io…non ne ho idea…

- Elizabeth, perdonate la mia invadenza, ma sapevo che questa notizia avrebbe potuto farvi enormemente piacere!

- Grazie…si…

Da ancora le spalle a Jack, nonostante la porta sia ormai chiusa, e ogni pericolo per loro due, lasciato fuori dalla stanza.

Ma niente è più pericoloso del pensiero che passa nella mente di entrambi tanto da impedirgli di respirare come qualsiasi essere umano.

E’ come se soltanto nominare Will Turner li faccia sprofondare in uno stato di torpore e dolore tale da impedire loro di riuscirne.

Elizabeth non ha mai dimenticato Will, lo ha sempre ricordato a causa dei propri sensi di colpa nei suoi riguardi, perché troppo tardi ha capito da che parte andare. Si è trovata davanti ad un bivio più volte, e una di queste ha fatto la scelta sbagliata. O, comunque, visti gli ultimi eventi, si è dimostrata tale. E tempo fa anche la bussola gliel’aveva dimostrato. La bussola non mente mai.

Ma ogni essere umano vive con la costante paura di sbagliare, nessuno ha certezze, solo maschere inconsistenti e come tali anche i nostri pensieri lo sono.

- Jack…

- Me ne vado.

- No, aspetta!

- Elizabeth…Fa una scelta. Scegli senza costrizioni, senza alcun condizionamento. Entrambi vogliamo che tu sia felice…

- Tu lo vuoi?

- Sono un pirata. Voglio che tu sia felice in modo che in qualche modo io possa trarne un giovamento. Non sono tipo da soffrire per amore, Liz.

- Bugiardo fino all’osso.

- Una volta te lo dissi. Sei un’idealista. Sei troppo giusta per essere completamente un pirata, sei troppo coraggiosa e anticonformista per vivere come una nobildonna.

- Non sono nulla.

- Sei la Regina del consiglio, sei un pirata e una nobile, sei protagonista di una profezia e…

- E…?

- Non farmi dire il resto.

- Non sei la personificazione del sentimentalismo, ricordo.

- Ciao Lizzie.

- Ciao Jack.

Adesso bisogna fare una scelta. E stavolta si tratta di una scelta definitiva. Per lei, per Will e per Jack.




15-SPERAVO CHE FOSSI TU...
Finalmente sono di nuovo in mare. Finalmente rivedranno l’Olandese Volante e soprattutto il suo capitano.

Le due navi si fronteggiano. Elizabeth può benissimo vederlo dall’oblò della stiva. Non ha il coraggio di uscire fuori, soprattutto se si tratta di rivedere Will in presenza di Jack.

Ma prima o poi dobbiamo fare i conti con le nostre scelte, a volte in nome della felicità altrui, altre, invece, in nome della nostra.

Non si dorme la notte a causa delle scelte, ma l’importante è avere il coraggio e l’onestà di prendere una direzione, tenere la testa alta.

L’importante è essere sinceri, affrontare la vita. E poi si può anche non dormire la notte, puoi conviverci per un po’, puoi sognare il tuo desiderio e perseguirlo, anche. Si, non ci dormi la notte, l’importante però è l’onestà.

E’ questo quello che si ripete Elizabeth, nascosta nella stiva.

Non parla con Jack da giorni e lui sembra non badare all’enorme divario che giorno dopo giorno si allarga, tra di loro.

Si allarga proporzionalmente alla distanza che l’Olandese percorre per raggiungerli.

Probabilmente Will ha saputo della profezia, e ora si sta lanciando in loro aiuto.

E cosa ancor più probabile non sa niente di Jack e Liz. Non lo immagina nemmeno.

“Tieni gli occhi puntati sull’orizzonte”. Era sicuro che lei lo avrebbe aspettato, perché è così che funziona il vero amore. Si attende, si ha la pazienza di farlo. Anche per viverlo per un solo giorno. Ma è l’amore.

Ma Liz non ha aspettato.

Non ha aspettato perché qualcosa di molto più trascinante l’ha distratta dal mantenere gli occhi fissi sull’orizzonte.

E’ stato lui…Lui, la sua distrazione.

Ma lei non considera Jack una distrazione, al fine di ingannare quell’asfissiante attesa.

Jack è molto di più.

Molto di più di Will.

“Elizabeeeeeeth…Will, chiede di te!”

Sparrow il vecchio invade i pensieri della ragazza, scendendo nella stiva.

“Va bene. Ma vado da sola sull’Olandese.”

Sparrow il vecchio aggrotta la fronte. Per un attimo un dubbio, una nuvola carica di pioggia passa dalla sua mente, solo per un attimo.

Poi la nuvola si allontana e ritorna il sereno.

“Beh, voglio parlargli da sola…”. Sorride timidamente lei, fingendo addirittura di arrossire, come una sposa innamorata.

Il pirata si limita ad annuire con espressione sorniona.

E senza capire si ritrova su una scialuppa, da sola, e subito dopo sull’Olandese.

Osserva spaesata la nave, i suoi adepti, il padre di Will che rispettosamente le rivolge un semplice cenno del capo. Lei risponde automaticamente con lo stesso gesto.

“Elizabeth…!!!”

E’ Will. Splendido, sorridente, la camicia scura sbottonata sul petto. Il suo petto, stendardo di quell’orribile cicatrice, stendardo di quell’orribile destino.

“Will…”. Lei non si avvicina, si limita a guardarlo titubante. Nessuna parola le esce dalla gola, nessuna scusa, niente di niente.

“Elizab…”. Will ha capito. Elizabeth capisce che lui ha capito. Perché i suoi occhi sono subito andati verso Jack, sul ponte della nave, ferma accanto all’Olandese.

“Mi dispiace.”. Parole penose. Che lasciano Will di ghiaccio. Ma lui capirà. Ha sempre capito.

E il matrimonio tra loro due aveva dissolto il dubbio che per mesi l’aveva avvolto. Ma lui l’ha sempre saputo. Fin da quando li aveva visti baciarsi sul ponte della Perla Nera. E ora non resta che tirare un profondo respiro, chinarsi, incassare il colpo e vivere senza che il ricordo di lei ti faccia troppo male.

Sei immortale, ma non immune all’amore. Non sei immune a lei.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Tu…e lui?

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Will, non lo so…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Si tratta di fare una scelta, adesso?

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Purtroppo.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Non avrei mai voluto essere un termine di paragone. Ma se è così…rispetterò qualsiasi tua scelta.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Non sono in grado di farla.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Oh, allora che vuoi fare? Tenere me per un giorno ogni dieci anni e lui nel tempo che resta?

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->No!

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Certo che no. Non lo faresti mai, vero?

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->No, Will. Mai.

Parlano vicino al timone. Will è poggiato contro di esso, lei gli è di fronte. Non lo guarda. Non riesce a guardarlo. Il pensiero di incontrare il suo sguardo addolorato, malinconico, sapere che lui non ha altra consolazione che lei, non le permette di affrontare con dignità la situazione.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Elizabeth…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Si?

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Qualsiasi fine abbia la vicenda…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Will…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Qualunque sia il nostro destino, voglio che sia tu a detenere il cuore.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Si.

Lei gli si avvicina. Lo guarda come la notte dopo il loro matrimonio l’aveva guardato. Gli sorride, rassicurante, dolce. Gli prende le mani tra le sue e annuisce teneramente.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Si.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Grazie.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Di non avermi ingannato.

Più tardi Jack e Will sono insieme. Sul ponte dell’Olandese.

Sembra che tra loro fluttuino mille domande, ma nessuno dei due da il via alla questione.

Entrambi sono poggiati contro le pareti della nave e osservano il mare.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Quindi Barbossa ha l’amuleto…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->No, ce l’ho io.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Ma…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Lui credeva che il ciondolo al collo di Liz…

Silenzio.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Ho sperato che fossi tu.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->A fare cosa, Will?

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Lo sai. Non avrei mai immaginato nessun’altro al suo fianco.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Will…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->No, Jack. Mi hai ingannato tante volte. Senza alcun ripensamento nel farlo. Ma non hai mai ingannato lei.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Beh, non le ho detto che i pirati del consiglio la chiamano la “Regina delle Spade”.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->E’ brava.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Già…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Jack…Non…abbandonarla.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Potrei dirti lo stesso, ma so che è impossibile figliolo.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Non è vero. La mia mente non l’abbandona mai.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Non è detto che sceglierà me, Will. Non mi sono mai illuso che lei potesse amarmi. Amarmi come ama te.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Non è detto che mi ami ancora.

L’attesa.

Bisogna attendere, anche se ti sembra che portarne il peso sia troppo difficile.

Ma l’attesa a volta salva, a volte illude, tradisce.

Ma bisogna attendere.

Perché dall’attesa uno dei due ne esce vincitore.

E l’attesa è il momento immediatamente precedente a quando qualcuno soffre enormemente e l’altro gioisce.

Ma si ricordano sempre i vittoriosi. Perché, soprattutto in questo caso, sarebbero due a beneficiarne.

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Sono in pericolo, Will. Potrei…

<!--[if !supportLists]-->- <!--[endif]-->Per te c’è sempre una possibilità, tu sei vivo.


Spero davvero vi siano piaciuti questi capitoli..In fondo è successo quello che stavamo aspettando no?..Beh posterò presto il seguito..Promesso!Parola di piratessa!
Bacioni
 
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muccyaloveDepp
view post Posted on 9/3/2008, 17:06




uaaaaaaaaaaaaaa!!!!splendidooooo...T__T!!!Liz devi scegliere Jack!!!!!!qst xrò è stata la prima volta in cui Will mi ha fatto pena...povelino...allora se liz sceglie jack nn lo ammazzo...se liz sceglie will lo ammazzo...ok!
aspetto impazientissima
 
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•c l a•
view post Posted on 9/3/2008, 19:04




XD*Posterò presto promesso!
 
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• H o l l y »
view post Posted on 9/3/2008, 22:44




oddio come mi piace ^^ voglio il seguito!
 
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SparrowLover
view post Posted on 8/5/2008, 19:25




Stupendissimissimo. O.O
Aspetto il seguito con ansia enorme!
Postalo più presto possibile! :DD
 
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15 replies since 3/3/2008, 14:18   457 views
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